Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955

A N T o L o G 1 A UN GIOVANE D' ALTRI TEMPI' Besa11çon, 31 maggio 1837 SIGNORI, sono compositor2 e correttore di bozze, figlio di un artigiano povero che, padre di tre figli, non potè mai far fronte alle spese di tre insegnamenti. Ho conosciuto di buonora il male e il dolore; la mia giovi. nezza è passata attraverso parecchi stacci. Così lottarono con la fortuna Suard, Marmontel una folla di letterati e di scienziati. Vi esorto tuttavia, signori, a concep'ire, leggendo questa memoria, il pensiero che fra tanti uomini famosi per i doni ,dell'intelligenza, e colui chi! in questo momento sollecita i vostri ·suffragi, la comunità delle disgrazie non eia propr,'io l'unico punto di simiglianza. Destinato dapprima ad una professione di meccanico, io fui, dietro i consigli di un amico di mio pad.re, posto come allievo esterno gratuito al collegio di Besançon. Ma cosa rappresentava una rimessa di 120 franchi vcr una famiglia ueJla quale il vivere e il vestire costituirono sempre un 1>roblema? Mancavo abitualmente dei libri necessari; feci tutti 'i miei studi di latino senza un dizionario; dopo aver tradotto io latino tutto ciò che era fornito dalla mia memoria, lasdiavo in bianco Je parole che mi erano sconosciute e, alla porta ciel collegio, riempivo i posti vuoti. Ho subito cenlo punizioni per aver dimenticato i miei libri; il fatto è che non ne avevo punti. Tutti i miei giorni di vacanza erano trascorsi al lavoro dei campi o della casa, al fine di risparmiare una giornata di mano d'opera; durante le vacanze, andavo io stesso al bosco a procurare la provvista di cerchi che dovevano alimentare la bottega di mio padre, bottaio dj professione. Quali studi ho potuto compiere con un metodo simile? Quali meschini successi ho dovuto ottenere! Alla fine del mio quarto anno, ebbi per premio la Dimostrazione dell'esisten:a di Dio, di Fenelon. Questo libro sembrò aprire ad un tratto la mia intelligenza e illuminare il mio pensiero. Ma in questo libro fatto • Lettera di candidaturn all:t Dor~a di studio Suard, diretta: Ai Signori dell'Accademia di /Jctl(lnçon, ripubblicata dall'a1>uscolo 6 Che cos'è la proprietà? La pro1,rietà è un furto», c,lito da Valentino Marafini, Roma, 1947. 596

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