Volontà - anno VIII - n.10 - 15 febbraio 1955

scrivere che gli anarchici e alcuni sindacalisti non hanno mai cessato di rac. comandare l'azione diretta contro i politici che ne negavano il valore. L'a• zione •diretta è slata sempre un metodo usato da coloro che si rivoltarono contro i tiranni contro i padroni e gli sfruttatori, contro coloro che prete– sero imporre la ]oro volontà o le loro idee agli altri. Ecco ciò che hanno peusato del]' azione diretta i principali teorici sociali: Emile Pouget ne (( La Con(édération Générale du Travail )), scrive: « ... La caratteristica dell'azione diretta è la manifostazione spontanea e calcolata, ma senza jutervento di agenti esterni, dP-lla coscienza e della vo– lontà operaia - indipendentemente dalla sua intensità, Questa dipende dalle circostanze, dalla resistenza che si devono vincere. Azione diretta non è per se stessa sinonimo di violenzc,, essa si può manifestare sotto aspetti benevoli e pacifici o invece rigidissimi e assai violenti., senza cessare di es– sere - nell'uno e nell'altro caso - <1zionediretta )). Questa definizione dell'azione diretta, dovuta alla penna di uno d.ei più com1>etenti teorici del sindacalismo rivoluzionario francese, merita tutta la nostra attenzione. Ne v:iene, a noi pacifisti,.un'alta ·lezione pratica che non dobbiamo tralasciare di meditare. Si comprende allora benissimo la ragione viva dell'azione diretta, cioè de11'azione I ibera da alleanze, senza compromesso con il capitalismo o con i iz;overni, senza intrusione dj <c interposta persona )) nel d.ibattito. In uno studio pubblicato ne] 1905 (C Lo Sciopero GeneraJe >> di Eticnne Buisson, trovo queste righe: (< L'azione diretta deve costituire il metodo pratico della politica di tutta Ja c1asse operaia giwlla alla consapevolezza dell'antagonismo latente e inevitabile tra i suoi interessi e quelli della classe capitalista; essa ha un campo d',azione ben più vasto di quello delle tradizionali lotte eleuorali e parlamentari )>. Da questo punto di vista si constata che l'azione diretta richiede ma– turità della coscienza operaia, e la sua importanza - dirà E. Buisson - supera l'.azione tradizionale dei politici. È im1>ortante osservare che l'a– zione diretta si serve soltanto di coloro che comprendono 1a sua forza d'a– gire e 1a sua ragione d'essere. Essa è auLosu(fieiente. Ma anche coloro che dovevano, ne] corso degli anni, fuorviarsi e im– pantanarsi nell'azione parlamentare e riformista fino a diventare un giorno ministri, perfino ministri della difesa nazionale, non esitano ad esaltare l'a– zione diretta come una necessità imperiosa per la classe operaia. Marce] Sembat al parlamento franc~se così si esprimeva: « L'azione diretta? Ma non si tratta d'altro che di riunire i lavoratori in sindacati e in Cederazioni opernie per arrivare in tal modo, invece che aspettare tutto dallo Stato, dalla Camera, invece di chiedere continuamente l'elemosina al Parlamento, all'unione e aU'accordo d.ei lavoratori >>. Emil VanderveJde, nel giornale: ,e Le Peuple )) di BruxelJes, serivf'va un giorno: e( ••• Per strappare al capitalismo un osso nel quale ci sia un pò 587

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