Volontà - anno VIII - n.9 - 15 gennaio 1955

sa ed. erfìcace. Cerchiamo una rego• Ja, come disse il pro(essore di mate• malica di Louis SuUivan, una rego• la cosi ampia da non ammettere ec• <..-czioni. Lungo queste linee l'arte e la tee. nfoa, il simbolo e la funzione, stan. no ora riconciliandosi neUe migliori opere di architettura moderna e nel• la misura che questo fatto sta a\'Ve• nendo c'è ragione d,i sperare che la nostra civiltà, che presenta tanti se. gni di disfacimento, possa in effetti essere capace di (ermare la sua folle espansione di potenza senza scopo e trovare modo di unificare efficace. mente le tendenze ora ostili e divi. se degli uomini. Per controJlare la invasione quan. titativa, che i nostri pazzi apprentis sorciers hanno scatenato, abbiamo bisogno di sviluppare abitudini di inibizione aUe quali neJ passato a• vcvamo affibbiato con eccessh•a leg. gerezza l'appellativo di puritane. A. vere la giusta c1uantitiLdella qualità giusta al tempo opportuno e al giu• sto posto per un corretto proposito è la essenza della moralità e così co. me si presenta è forse la pii1 impor. tante condizione del godimento ar. tistico. Questa interpretazione del scntie• ro lecnico che guida a una serie di 1>ia11e regioni piuttosto che a twa co. stante salita verso l'alto è, io lo so, in evidente contrad.dizione con la inleqlretazione popolare. Infatti es. sa deve sembrare quasi un 'altra pc• ricolosa eresia. Lo spirito degli ultimi t:re secoli (· stato diretto verso il miglioramen. to, Pinnovazione, l'invenzione senza fine e il nrnggior dovere dclruomo, secondo il catechismo utilitarfo, è 51-1 quello di adattare se stesso ai cam• biameuti meccanici con la rapidità necessaria per renderli proficui. Que. sta opinione passalista sostiene che noi non siamo capaci di imparare niente, che noi siamo incapaci di dominare la macchina che abbiamo· creata e di melterla al suo giusto po• sto, che noi non ci siamo emancipa• ti da11e manie e dai complessi che la nostra preoccupazione per la mae. china ha creato, che ]a filosofia, la religione e l'arte non apriranno mai piit aJJ'uomo ]a visione di una com• pleta vita umana. Essa sostiene in effetti che noi non potremo chiama• re piii nostra la nostra anima. Ma una volta che siamo arrivati ad m1 grado pii1 alto di autocomprensione, renderemo alla macchina quello che è della macchina, e restituiremo alla vita quello che è della vita: inizia• tiva, capaciti\ di scelta, autogo\'Cr• no - in breve la liberti, e la creati. vi1à. Siccome l'uomo deve uesrere,. noi ci acconlenlercmo che la mae• china, mm volta raggiunta ]a poten• za e l'economia di un buon mode(. Jo, si fermi almeno fìnchò il crea. tore si ponga di nuovo al di sopra del li,,eHo della sua creatura mecca. nica. Se è troppo aspeltarsi questo vuol dire che è giunto il mome11to ti.i far pos10 ali' omo Posl-lstorico: l'uomo senza memoria e SJ>er:mza, 1 Ritornando alle pri1uitive forme di arte e di tecnica che la ricer<'a ,m. tropologicn ha rivelato, è staio mes. so in evidenza che ]'uomo è lanto un costruttore di simboli quanto un costruttore di strumenti Jìn dai suoi inizi, perchè egli ha necessità sia di esprimere la ma vita interiore che 1 Da « Hondicra(1 IO Machine ;\rt ».

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