Volontà - anno VIII - n.8 - 15 dicembre 1954

pubblico e dalle condizioni economiche e politiche di un luogo e deU'altro nonehè dai mezzi di cui disJ)o11e il nemico e dalla distribuzione delle due forze, Credo però che 1u 1i sb:1gli quando dici che j( tempo delle bande è finito. Certamente il telegrafo, le Ferrovie, i.I disboscamento ecc. hanno reso molto più diUìcile per una banda il sostenersi in cautpagna ed i Passatore vanno divenendo sempre piì, impos.:!ibil.i, (1uantunque si è lungi ancorn dal– l'essere a <1ucs10punto nell'Italia meridionale. Ma di,•erso è il caso per le hande destinate a provocare l'insurrezione: per esse le maggiori di[ficoltà 1eeniche sono largamente compensate dalla natura ciel nuovo programma che è il solo che possa risvegliare uu eco sim– palico nel cuore degli oppressi favoratori. della campagna. Ma tlui sia _ilpunto principale che ci separa e che spiega in gran parie le altre differenze. Tu non hai fode nei contadini e di.ci che il tempo delle Jacqueries è finito. Se fosse cosi bisognerebbe disperare della rivoluzione, o meglio non ci rcslerebbe a fare altro che a lavorare pcrchè il tempo delle J"cqucries ritorni. Contro i con1adini, o anche solamente senza i contadini è possibile un c:unbi:11nento politico, ma non Ja rivoluzione sociale, massime in un paese co1ne l'Jtalia, in citi J'elcmcnlo rurale è in grande maggioranza, ed in cui non esistono uncora che allo stato d'eccezione la grand.c incluslria e !e grandi ~1gglomcra1.ioni operaie. La rivoluzi.one non 3'i1111,one, si provoca; se prende bene; e se no bi– sogna ricominciare. La r·ivoluzionc non è solo il cambiamento delle isti– luzioni sociali, ma è la rivolta di tutti i seni imenti umani contro l'ingiu– stizia, la miseriu, 1'01,prcssiouc, è un'aspirazione gigante ,·erso il benessere e la solidarictÌt che si sprigiona dal seno profondo delle masse: solo 1Jtlf!• sta rivolta e questo bisogno prepotente cl.i rinnovazioni possono far !lÌ che le nuo,•e istituzioni surtc dalla ri,•oluzione prendano radice e non restino pianle sporadiche dcstinntc u perire al primo soffio dcli.a reazione. E credi tu che .11"imponc 1a rivoha morale? credi tu che decreti e cmi– noni poss11no tfcll:m.! al cuore dell'uou10 i sentimenti che deve nutrjrc? E poi con quali forze imporresti tu la rivoJuzione quando i contadini si facessero difonsori dcllu borghesia? Do\'res1i conquistare il suolo zolla per zolla contro i paes:111i; du\'r1~~1i fare la guè1·ra d'invasione. Afa allorn ti ci vorrebbe un esercito potente e disciplinnto; e se riuscissi a metterlo insicn1e non faresti piì1 la rivoluzione mu .imr,ia111crcs1i 1111 nuovo dispotismo militare e :spianeresti la via odia re– staurnzione. Avresti uccis-o la rivoluzione frenami.o l'impeto della rivoll:i e cambiando .l'insorto in un soltlato pronto a sgor.zare iJ popolo alrortlinc riel CLlf•ilano, la seppelliresti lr:tsfor111:mclo la sua bandiera reclcnlrice in islru– rncrtl() di rcpressiouc. Bella <1ues1arivolur.ione i cui progressi, come quelli della civilizzazione im1,orLati da Loris Mclikoff nel Caucaso, sarebbero SC• gnati dai cadaveri dei conl:ulini appiccati agli :i Iberi! E tulio ciò non ti salverchhc dalla sorte delle armate napoleonfohe in :lspngna . .Fortunatamente le cose sono di,•erse d:i <JUellc che tu pensi. J I tempo 466

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