Volontà - anno VIII - n.6-7 - 15 novembre 1954

ALLA RADICE A LLA RADICE dell"umano noi vediamo la volontà•J)Ossibilità di orientare in qualche misura la pro• pria vi1a, cioè di superare quel puro esistere-io-ora che per l'animale la 11ianta è la sola realtà. Noi siamo capaci di trascendere CO• si i limiti e ]'isolamento entro cui pare si realizzi l'esistenza di ciascuna pcrsorrn, e vogliamo trascenderli. Questo costruisce, da sempre, l'uma– nità nel mondo: ciascuno apportan– do con la sua vita particolare un coo– lributo al flusso apparentemente cao. tico in cui la costruzione si realizza. Siamo portati a sentire ciascuno che la prOJ>ria-vita ha un senso, e che esso si realizza sohanto nelJ'in. tcsseni delle relazioni con la vita del prossimo: i figli, la compagna, gli amici, gli associati nel lavoro, al– l'infinito. E' J>ervia di tali relazioni che non solo ciascuno di noi si amplia e ai prolunga moralmente in un continuo SJ>ontaneo dare-ricevere di spinte e di freni col suo prossimo, ma anche ci ampliamo e prolunghiamo come gruppi nelrazione, con la ricerca ed il lavoro, sostenuti da utensili e con– gegni - mentali e meccanici - che moltiplicano le nostre possibilità di conquista progressiva sulla natura. Ved.iamo bene che la volontà di es– sere se stesso in comunità-con-altri è 338 1>crciascuna persona la sorgente che immette nelJ'operare quotidiano sen– timenti e idee e propositi superantil il tempo lo SJ>azioin cui essa vive. Così ciascuno guarda a suo modo oltre sè e il suo tempo e Ja sua con– dizione, ciaSClUlOcerca a suo modo un domani diverso che gli par mi– gliore - e tali volontà <l'avvenire, integrandosi deUe generazioni suC: cessive, si costituiscono nel tempo in volontà di eten10. Tuttavia, vediamo pure bene che l'unica !:eahà di fatto 01>erante è la persona, son Je 1>ersone,e che ciascu– no di noi è senza rimedio condizio– nato a vivere secondo se stegso: tan– to che ogni volta che uno tenta con– formarsi ad uu modello altrui, allora egli si muti.la proprio dell'essenziale, s'apparta dal flusso dell'umano. t dal dover c.iascuno vivere con altri ma secondo se stesso che viene al.la vita sociale nostra il suo ca.ratte. re cosmico, l'associarvisi ed alternar• ,•isi di necessità e di libertà, la sua infinita moltepJicità. Le diversità tra le persone si traducono in volontà pur diverse, e ciascuna afferma im– plicito un uguale diritto di speri– mentarsi nella pratica, s.icchè nessu– na può reclamare a priori una veri– tà valida anche per altri. Ma ne88U• no può operare aolo. E per tal mo– do l'integrazione delle contrastanti associazioni di sforzi di tutti genera

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