Volontà - anno VIII - n.4 - 15 agosto 1954

,,more, essa I.' ascolterà e farà lo s}or– ::o necessario fJCrcompre11clerlo e gu– stare la logica e la chiarezza della sua argomentazione. Ecl egli avrà la fie– re:za cli aver fatto della sua clomw la .•mapcrfeua compagna >). Quali 11000 i doveri della donna ? Le donne devono prendere coscicn– z:1chiara della complessità quasi tra– gi,·a delle condizioni della loro libe– ra;,.ionc. Esse non devono troppo ca– ricarsi d'illusfoni. L'evoluzione della ~ocieti:1non sarà mai suscettibile di portare tutte le soluzioni del proble– ma della coppia. Soluzioni in <1uan- 10 alle condizioni materiali? può dar– si. Soluzioni quanto alla sua vita profonda? è meno certo. La soggezione dell11donna che anrn all'essere :unato è per essa necessitù vitale. Che poss11o no sottomettersi 1lipcnde la sua felicitìt o la catastro– fo. Questa legge naturale ,,,1Jc impla. 1·abilmeu1c per tutte, dalle sartine al– le professoresse. E' probabile che malgrado le scoperte della psico-fi– eiologia, malgrado gli studi d'un'Hé– lène Deu1ch, gli studi d'una Simone Beauvoir, non si oltrepasserà mai 1a verità greca: le eroi.ne del teatro gre– co appaiono come determinate. Fe– lici o sventurate, esse compiono ]a volonti, del destino, esse sono le vit– time dcli' inesorabile fatalità. Fatta <111esta riserva im1>ortante, non resta meno che la donna è, per un'assai larga parte, l'artefice dc1la sua eman– cipazione. La donna deve agitare questa pre– lesa debolezza in cui trovano così spesso il loro conto la vanità ruaschi– Je e l'egoismo. Essa deve prendere <·oscienza della sua forza ... (< quesla forza la clomrn la troverà non in u11a llgitazio11e vano, ma uell.'esercizio i11- tellise11te e consapevole dei suoi e/i. ritti civili e politici, successo co11cli– ::io11atoper mezzo cl'tma ecluettzione 11erso11aleche la strt1pperù al suo i- 1,0/amento, le rivelerà il beneficio della soliclt1rictà, il senso clell't1sso– ciazio11c /ralema, l' am1>iezza delle sue rcsponsc,bilità cli cittodi11a e di rime/re )J (Suzanne Lacore). - (< Don. ,w, osa essere », diceva il grande e– ducatore Felix Pécaut. Essa deve anche comprendere che nè la couc1uis1adell'uguaglianza civi– le e politica, nè il raggiunto diritto di voto, nè l'accesso ali' istruzione cos1i1uiscono da soli tutto il proble– ma tlell"cmancipazione hmuninilc. Lu sche,Ja elettorale come nou ha li– berato il lavoratore dall'oppressione ccono1uica cosi non strapperà la don– na alla sua prigione. (< Non brista che la domw registri cori orgoglio, al– l'(lltivo delle su,~ conquisw, l'impo– mtlllc qumlro di 11v-vocati, dottori. professori, ingegneri, gionwlisti, giu– dici, m11basciatori, dcp11f(lfi, mini• stri o llltri. titoli brilltmti incorpo– rati (/Ilo stesso 1.itolo ,lell'uomo nei ranghi del lavoro intellellualc )) (Su– zanne Lacore). Resta ancora da liberare la gran– de massa delle lavoratrici, delle ma– dri che, nel mondo intero, sono con– dannate ad estenuarsi nella miseria e i la,,ori fa1icosi, e che donebbero potere, come le ahrc, allc,•are i loro figli nella salute e nella gioia. Solo la trasformazione veramenle sociali– sta del regime assicurerà l'emanci- 1mzione degli esseri umani. La libe– razione della donna resta subordina– ta a <1nesta soluzione che libereri1 il 1>rolt~1ariatotutto intero. 1< t'ora della promozione fcmmi11i– le ~ suonata nel 111011do intero, cl1ia•

RkJQdWJsaXNoZXIy