Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954

delle ci11à <1uanlo l'uomo perduto in mezzo ad un deserto, anzi ancor piia solo. Come spie1tt1amen1e la forzn schiacciu, cosi spietatamente inebria chiururuc la possiedo, o crede di possederla. Nessuno 111 possiede d,n•vero. Gli uomini non sono divisi ... in vinti in scl1favi m sup1,lici da una parte, rd in vincitori in capi dall'altra; non v'è un sol uomo che non ~ia in qual. t·he momento costreuo a piegare sollo la forza .... La vngogna ,lella paura non è risparmiala ad un solo tra riti combatte. Gli eroi tremano come gli altri. Il forte non è mai assolutamente forte, nè il debole assolutamente dc• hole, ma l'uno e l'altro Jo ignorano. Essi non si ritengono della stessa s1>e• <·ie; nè il debole si considera simile al forte, nè è da questi guardato come suo pr'lssimo. Colui che possiede la forza cammina ju un mezzo non resisten1e, senza f'he nulla nella maleria umana che lo circonda sia capace di suscilart' tra lo slancio e l'atto quel breve intervallo in cui si situa il pensiero. Dove il pensiero non ha luogo, nemmeno han JJOStola giustizia e In prudenza. E' perciò che gli uomini armati 11giscono duramente e folle– mente .... Usando del loro poi.ere, essi non dubitano mai che lf"conseguenzf" dei loro atti li faranno piegare a lor volta .... E' così clw coloro a cui la forza è concessa dalla sorte periscono 1wrrhè vi coniano troppo. on può accadere che non periscano, perchè essi 1101! considerano la propria for.r.a come una <1uantità limitala, nè i loro rapporti con gli altri cùmc un equilibrio tra forze ineguali. Dal fatto che gli altri uomini non impongono ni loro movimenti quf'I tempo d'arresto eia cui soltanto derivano i riguardi che ubbiamo verso i nostri simili, essi concludono che il fa10 ha concesso loro ogni licenza, f' nessuna ai loro infniori .. E da <1ucl momento vanno nuche al cli lì1 df'lln forza di cui dispongono. Vanno inevitabilmente al tli li,, ignorando che essa è limitala. Si trovano allora abbandonati al caso, e le cose non li ubhidi– scono 1,iì1. 11 cnso li sen•e talvolta; tal'nltrn lor nuoce; cd eccoli es1losti 11ll11 disgr:o:ia, S('nzn l'arnrntura di potcnz:1 che protcgge\'a In loro aninm, ecnza pii, nulla ormai che li separi <lallc lacrime. Qucslo castigo <l'un rigore g:eomclrico, che punisce aulomnticamrnte J'ahuso della forza ... cos1i1tùsce l'anima dell'e1,opea, .... e fu l'oggelto pri. mo della meditazione presso i Greci. ... La nozione d'esso è divenutn fa. miliare dapperlulto do"e l 'elleuis.mo è penelrato .... L'Occidente l'ha ,,cr• dula, <' nemmeno hn piì:1 nelle sue lingue la parola per esprimerla; le idee di limite di misura di equilibrio, che do,,rcbbcro determinare la condotta della vita, non hanno piia che un im1Jit"goscn•ilc nella tecnif'n. Nui non sia– mo 1,iì1geometri che dinanzi alla mnlcria. Cosi la violenza echiaccia coloro c:he tocca. Essa finisce per ap 11t1rirc t"~lf"riore a colui che la maneggia com<' n l"Oluiche la subisce; allora nascf' lRl

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