Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954

lo11tàdi libertà e di rivoluzione liberante, non consente ,wmmeno di accet– u,re il sistema democratico borghese. Occorre qui11di, secondo lui, impostare chiaramente i termini del problema, poi tentarne prime soluzioni che ri– spomhmo bene alla condizione sociltle att_ullle i,, Italia, dopo di che sarà possibile proporre quel<<modello di Stllto )) che superi la dittatura senza ca– <fore11ellademocrazia e viceversu. Ed allora il socialismo, <1uellanuova spe• ciule forma di socialismo, attirerà non solo degli elett.ori ma la mass<t dei cittadini che già invmw lumno nel 1945 cerc!llO nel socialismo l'elemento po– litico ideologico nuovo. Il rapport.o trn lr, domamla e la rispostn è, come si ve,le, divenuto eva– nescente. Ancora una volta T. impi<mta, entro il MAS, la. ricerca-di-non– si•Sll•che che invllno ha una prima volta tentato tra noi. E' molto i'ntelli– geut.e, ve<lesimultaneamente le moli.e faccie cl'ww stesso problema: ma nor, si rende conto che generalmente ve n'è sempre una tra le tante che sola in– t.eressa quel gruppo determinalo in <Juel momento ,leterminato. Quimli divaga. Clii, come, per quali vie, debba compiere la ri-sist.emazione ideologica del socialismo in Italia non lo preoccupa. Che vi sia o no,i vi sia la possi– bilità di tale lavoro, si vedrà. Che la gente disorientata da vent.' lmni di si– st.ema-i<leologico sia in genere piuttosto re1,ellente a tutte le volont.à che si presentano amnumtute di Ideologie, non gli importa. La sua serie di ope• razioni logiche conclusa, giumo a dire: occorre elaborare il mwvo << nwdelto di Stato )) e tuuo si metterà in marcia, egli si ferma. Su questa illusione che basti costruire u,i nuovo « modello di Stato )I per llvvù,re a soluzione i problemi della molta e tanto diversa geni.e del– l'Italia anche noi vorremmo dire qualcosa. Proprio a lui. Viviamo in rm pllese che, gravato nelle sue diverse regioni dai resi<lui molteplici di mille,uii di storia-aulica cioè di dominazioni e di. servitù d'ogni specie, da apvena ce,it'mrni prova ll Clm11nim1rnwiit.ariamente. Nel <Jumlro di questa condizione polit.ica siamo, come co,ulizione sociale, assai peggio di ciò che egli dice pre-capitalistico. Siamo J>ergrandissima parte in uno stato di feudalismo-marcio, in cui del feudalismo sussist.o,w gli elementi negativi ma gli elementi pmdt.ivi che pur v'erano so,w sparii.i. Viviamo in mw enorme consociazione di Cllmorre che alternativament.e si accoltellano e si coprono di omertà ambivalenti. Che valore può mai avere in questo caos nt'glltivo (non il cftos che segue la distruzfone ed avvi<1 in creazione, 111<1 il caos che segue fo morte e la putrefazione) il gioco delle Ideologie? Ci pare che 1m'o1,era llssai più m0<lest.t1 occorra, prima di tutto: prop,io aiutflre in pratica l'uomo la donna comuni ad "cquistare coscienzn delle m– gi011idi verità per cui oggi.senza spesso rendersene nemmeno conto resistono (quelli che ricomincimw a pensare secondo se stessi) alla teni.azione dei Si– stemi d'idee, dei Programmi e delle Bandiere. Per 11m1 tal vili, che è di azio• ne quotidiana locale, minima ma tenace, minima ma tm persona P. persone, i risultati son ovvù11111•,rte wlmente piccoli - se si misurmw col metro dei li8

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