Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954

ciclo che chiude aUe generazioni a venire la J>ossibiJità di riscattare gli errori delle generazioni precedenti. Soltanto avvertendo in questi ter– mini la crisi della pedagogia l'educa– tore l)Otrù efficacemente giovarsi de– gli insegnamenti della psicologia. Tutto c1uesto lungo discorso ci ha, in definitiva riportati all'uomo, al– l'uomo adulto nei suoi rapporti col bambino nel caso nostro; a rivalutar. D<' l'importanza soslanziale nell'at– tuarsi delle modalità pedagogiche. Jnfatti, neUa scuola di Stato, ema– nazione di una società che nega l'uo– mo, la psicologia, oggi cl1e ci addita strade antischematiche, ben poche possibilità ha di entrare, E~ vi en. tra è per 1a porta di servizio, defor– mata, svuotata nella sostanza. La scuola è la sede in cui la misti– ficazione del.la personalità del fan– ciullo può raggiungere gradi estremi. Basti considerare la maniera in cui viene imposlo l'insegnamento della stor,ia: che è storia di guerrt, e di ca- 1>i,storia di ocUie di demagogie dun– <1ue,che non può che ispirare all'al– lievo la fatalità di un'umanità tor– mentata dalle sopraffazioni di uomi– ni su altri uomini, di popoli su altri popoli. Nella scuola, quale depositaria massiva dcli' esercizio pedagogico tradizionale, non vi è posto per chi sente la necessità di usare <·uhura ed esperienze al fine di un dinamico realizzarsi dei rapporti ,,mani che schiuda un avvenire migliore alla so– cie1ì1 che di questi rapporti è la ri– sultante. E' indisrcnsabile, af-fìnchè si rea. lizzi unu l)edagogia veram<'nte anli- 1radizionale che si creino dei sos1ra– ti materiali, al di fuori della scuola, 152 dove i rapporti !anciullo-adulto pos. sauo esplicarsi in libertà completa. Non vi sooo mi pare altre strade. La scuola governativa o si accetta, o si rifiuta in blocco. Una terza strada: il tentati,,o di riformarla ~ inutile spreco di energie. Quei pochi che in seno nlla scuola tentano di realizzare un'educazione liberatrice sono soverchiati dalla im– prescindibile necessità dei program– mi, sono sottoposti a severe eriliche (anche se non ufficiali) da parte del– le autorità scolaSlichc. Qu:mdo even– tualmente la loro opera stia per af– fermarsi, viene delimitata, anch'essa schedata, ed i risuhati raggiunti ri– sentono ovviamente delle massicce restrizioni del sistema scolas1ico che li circonda. Nè minor spreco di energie si a– ,'rà cercando di controbilanciare nel fanciullo che la (re<1ucnta l'azione deleteria della scuola, poichè do– nemmo influire su di lui in modo altrettaoto preciso e definito, ed il bambino dilficilmente troverà il et suo » cammino dibattuto tra c1uel– lo imposlogli dalla scuola e quello offertogli in opposizione .ul essa. Gii1 un lavoro di contrapposizione~ un'opera di contraslo nei conrronti,. invece, dell'ambiente abbiamo visto esplicare da una 1>edagogia che \'0- glia essere veramente antilradiziona. le. Ma è qui opportuna una precisa– zione. E' necessario evitare che nella ne– cessità di opporsi ad un sislema, si dia vita ad un altro sistema illuden– dosi, nel far ciò, di assolvere un com– pito anliconforntista. E' bene non cadere nell'errore di limitare la li– bertà definendola e praticandola in termini esclusivamente antitetici, <'O-

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