Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954

ceeerc educato nè educarsi, ma niente altro ha da fore che vh•cre. E' CJui il senso del messaggio di Rousseau. Meni re per molti adulti la vita passa acmrn. che essi ne abbiano compreso nè ,•i abbiano appreso niente, e li la– Ecia alle soglie della morte tali <1ua– li erano giungendo all'età adulta, 1,er il ragazzo la vita è, per il solo fatto di essere un ragazzo, compren– sione ed apprendimento. Per n1lpren. dere e comprendere egli non ha bi– sogno che d.i vivere. Per lui la vita è di ller se stessa educazione ». Penso che se I' attuale scuola cle– menlare, almeno nei grandi agglo– mertlli urbani, dove migliaia di bam– bini crescono in grave pericolo so– f•inle, si trasformasse, come clovreh- be, iu una scuola-famiglia, c·he trat– tenesse i ragazzi per l'intera giorna– ta, assorbendo le alluali istituzioni post-scolastiche, si sarebbe fatto un 1msso decisivo verso la 1rasformazio– ne nel senso desidnalo, cioè la tra– sformazione della sruola in 1,iccola coumnità sociale. Penso pure che nessuna scuola 1>er modesla che sin può rifiutarsi di fnr fronte alle csi– gem•.c che ho messo in chiaro. I-lo il. luslrato uno spirito nuovo piuttosto che nuo,•i organismi e c1uesto spirjto 1mò sempre vh•ificare anche la 1>ii1 modesta topaia e contribuire così al– la sua trasformazione, facendo della nostra sper:111:r.adi oggi la realtà di domani. tla: Scuola e Ciuà, n. •I. Firenze, 30 aprile 195t N.d.R. - Ri1mhhlichia1110 t1ui le idee ('011rui Codignola cd i ~uoi collabonllori hanno ani1111110 il loro csperimenlo di firenz•·, trala.st: iando 1,er ov,•ic ragioni l"espofri:ione ilei tle11agli organi:i:zalivi e funzionali - che 1,erò riteniamo imli•pt!n.!abile vengano c-on:.i• derali da chi ,·oglia (aui un'opinione in proposito (e la bell11 rivista iU l"UiM>npubbJi. c-ati SJ>Criamonon mand1i nel bagaglio di rhiunque tr3 noi .! 0 inh!reui di 1>roblcmi edu– •·ativi...). Ciò preme11~0, dolibia1110 n:1111ralmcnte cs11rimcrc il no!lro di~nso ((11a11do Co- 1li~nolt1ed i i!UOÌamiri <'edono nllc suggcs1ioni tlella gocie1ù 1·0111'ècd introdur<1no 110• zioni e pratica di A111ori1ùad a,•velenarc il loro lavoro. E per renderci conto che la no• ~Ira ohie:,;ione non è ra11111ata in aria buia riehiamar8i ad un altro eiJK'rimcnto, du: dura or11111i da quas.i trcn1'a11ni ed è quindi ben t:ollaullato: la uuola di Ncil, in Inghilterra, dove la 50)1 regola che fa d11 trama alla 11t1ivitiiquo1idi11n11della comuni1ii è la liber1à. Liht:rtii; totale, dei ragazzi tra loro e dei maeilri trll loro e tra ra~nzi e maestri .• Libcr1à rhc na1uralmenlc genera rapporli vivaf:i, con1ra.S1ioltre f'he rollahora1.ionc, ma 11nima 1al- 111c111c in senso crc11ti,-o e mae~lri e rag111.1.i che 1111 reMI J)O~ihilc la @1>0111anca ricdura- 1.ionc ulfo libera ~ol'iulità :inchc per molti dei coside1ti « r:iguzzi diHirili 11. Non essendo noi mot:11ri, las_cinmo la 11arolo n rhi, tra i noiilri lenori, pouu 1•011 <:i,pericnze 11ropric illuiilrore l'orien1ame1110 lilK'rlario di Nt:il o d'altre analoghe st:uofo fran<'e.!i, o ten1a1ivi 11aralldi (non im1ior1a lt minu~roli) in ror~o tra noi - flllllli ali C$, la no~tra Colonia M. L. Bcrneri. 119

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