Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954

Mi ris1>ose che sapeva chi ero, ·avendogli parlato di me il cappe). lano dell'ergastolo, ma che non era venuto colla 1>relesa di convertirmi: « La fede, aggiunse, deve venire da sè ». E poi sottovoce, come fossimo in confessione, perchè l'agente non sen– tisse: « Non posso piit fare allusio– ne a <1ueidelinquenti; ieri sera, do– po la predica, il direttore mi ha fat– to chiamare nel suo ufficio e mi ha minaccinto di farmi ripartire se ac. cennerò ancora ad occuparmi di •po• litica >l. Ci stringemmo la mano e se ne andò, Io personalmente la galera non la auguro a nessuno e tanto meno se <1uesta si chiama ergastolo, ma mi rallegrerei di cuore se sa1>essi che ,coloro i quali con tanta leggerezza e incoscienza emanano le condanne, avessero appreso a riflettere di più prima di pronunciare le sentenze colle quali. troncano delle vite che potrebbero essere ancora utili a sè e al prossimo. Meditino quei signori su quanto io stesso ho narrato descrivendo i particolari dell'ammutinamento del 14 No,•embre 1943 nell'ergastolo di S. Stefano 1 • I condannati, riusciti a svellere 1,orle e cancelli, ad impossessarsi delle armi <' a Cnre prigionieri il di– rettore e i custodi, non ci misero la minima violenza, benchè le pro• vocazioni non fossero mancate, e dopo cinque giorni si lasciarono per– suadere a deporre le armi e ad es– sere ricondotti nell'ergastolo dove sa1>evano che li attendevn so1o la morte dopo lunga e atroce agonia. Con[rontino, i magistrati ed i cri– minologi, il comportamento di que– sti rivoltosi con quello della stessa direzionr. 1-.rima e dopo l'ammuti. namento. E se dopo ciò pensano ancora, e con loro altri, che il condannato è necessariamente un delinquente, io non posso che compiangerli e atti– ,,armi sempre di più pcrchè la so– cietà, nella <1uale essi esercitano i.I loro triste potere, rovini al più pre– sto possibile per lasciare posto ad un'altra in cui i.I senso della giusti– zia diventi norma di vita eguale per tutti. G. MARIANI 1 Memorie di un cx 1erroris111. ·da: Il mot1do degli ergaJtoli, ,li C. Mariani, di 11rouima pubblicazione . COMUN I T A' A S. Vittore, uno dei molli nJpiti ebbe notizia d'una bambina di Carrara, muta dalla naM:ita. il cui padre J'era offerto ,li cedere un occl,io a clii gli daua i me::::i per ww -opera:ione cl1irurgica difficile clie ,loveva ridarle la po"ibllirfÌ di ptirlare. Fece circolare la voce tra gli altri oJpiti, la cow non v,,, bisogna fare 1111akMa. Venne 11reito N1ggi11nfd u,i accordo: non fumiamo nru.mno per 11r1 me1e. E l'accorW fu mante11uto, frullamlo centomila lire che vennero inv,'ate al povero padre. Il padre è Luigi Beccl,elli, operaio di Carrara. Uinizialore della racculla è Dome– nico 801111,dello "- re dei truffa/ori». E la tede tiella comunilÙ (in cui egli era 0111i1e gitì da cinque anni) è una prigione. S"n Vitwre. per chi non fo sa, è la Jede delle pri– gioni di Mi'lano.

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