Volontà - anno VIII - n.2 - 1 giugno 1954

GLI INNOCENTI SO DI TOCCARE un tasto emct– "-- tenie un suono terribilmente sgradevole a molli timpani delicati abituati a ben altre armonie; ma che colpa ne ho io se fa morte non mi voi le proprio là oo,•e a morire ero stato condannato. e la vita, riaffer– randomi, mi ha riportato alht luce del sole 1>erchè testimoniassi, coi tra– vagli della mia stessa anima, queHi di tante altre viventi nel piìi orrido dei sepolcri, mentre sono morte per i pochi raggi di sole che giungono fi. no a loro a lcstimoniarc «lella cter– niti'1 dclln vita.? Che colpa ne ho io se la sorte get– tatomi ancora 1,oco pili che fanciullo nell'inferno che certi uomini hanno inventato per castigare quelH che li olfcndono nel le loro persone, nei lo– ro averi o nella loro ori;:~mizzazione sociale, ne sono poi uscito ricco di una es1,erienza che mi fa ~ridare ad alta voce che non è vero C'he tutti i condannati sono colpevoli del reato loro atlribuito; per gridare che oltre agli eccessivamente condannati per ]e colpe commesse, vi sono i condannati che assolutamente nulla di male han• no fa110 per meritare di essere strap• 1>atiagli affetti dei loro cari e al la. voro, per es.sere condannati al peg• giore dei supplizi, a un'agonia che 82 nessuna parola è abbastanza adatta a definire? E che colpo ne ho ancora io se forle di una coscienza che ha saputo sop1>or1are tutte le bufore, restato 1>er 25 anni con la morte alla gola tra le quattro pareti di una cella, in• ,·ccc di pensare solo a me, pensavo a quelli chiusi nelle nitre ceUe, col desiderio di sapere ogni cosa di loro: i moti,•i dei loro pianti, delle 1oro im1necazioni o delle loro preghiere? E :mcora (fuaml'erc segregato e meglio dopo, <1uantunque sempre i. solato dai condannati di diritto CO• mune, se potei leggere di questi inie. lici tanli documenti processuali, mo• tivi di ricorso e lettere di 1>arenti e amici, da l)Otermi fare un'idea, se non proprio esatta, ma certo vicina al vero, delle iniquitìt che la società corupie sopra dei suoi membri in no• me della giustizfa? aturalmente nell'ergastolo <1uasi tutti i condannati si d.icono inno• centi, vittime della malvagità di questo o di quello, ragione J>er cui si rende assai difTiciJe distinguere i ,•eri dai falsi innocenti. Diciamo di[. ficile, ma niente affatto impossibiJe solo che si osservi attentamente la condotta di ognuno, Ja sua corri. s1>ondenza familiare e quegli intimi

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