Volontà - anno VIII - n.1 - 1 maggio 1954

RECENSIONI LIBRI DANILO DOLCI Fare presto <ebene) perchè si muore Edìz. Francel!co Oc Silva, Torino. I voi., pa;::;. ll6. Tr:111pe10 è un 11iccolo villaggio 1>0veris• simo, sul golfo di Cu1cllammare, a circa SO km. da Palermo e 10 da l\fon1elepre, nella zona del « brigantaggio », cioè della miseria e dell'ignoranza 11iù nere. In Ita– lia, comunque. E chi ha la fortuna di Ja. vornre guadagna circa 500 lire al giorno per 180 giorni all'anno (cioè in media 250 lire al giorno che debbono basrnre 1•cr mante– nere cinque o aei persone). Le case &0110 in tali condizioni cl,e un ve1erinario ne .scorl.$iglierebbe l'uso per ,lelle vacche. E l:a gente manca di veslili, di medicine: c'è chi per curarsi della malaria bcwe un bic– chiere della 11roJ)ria urina, E nei casi di malat1ie gravi non ci sono medici che, dal di fuori, osino avventuraui nella zona, no- toriamcn1e pericolosa. · Non ci sono asili per i piccoli che ri. mangono tutta la giornata a giocare nelle strade fangose, seminudi anche qoando piove cd il vento è forte, o a giocare nel Vallone, una specie di infossatura che rac• coglie tulle 1e immondizie e i ritìtni de] paese. E ci sono pochissime 8Cuole, in fab. hricati che nessuno immaginerebbe adibi• ti a 1ale uso; non funzionano neppure al completo, 1•crchè su 10 maestri ne sono di regola presenti solo due, tre o eccezional- mente quattro. E la mortalità infont..ile è del dieci per cento nelle famiglie povere, dell'uno per cento nelle famiglie ricche. Ed attorno a questa comunilà di schiavi affamati ed ignoranti, stanno le terre in• colte dei nobili feudatari. Ed accanto alla loro sterile aridità invano passa un 1•iccolo fiume che potrebbe ridarle fertilità. Questo e ben ahro ancora, che son lante s11ine nel cuore di chi legge, dice il libro di Dolci, che comincia e conclude gridan– do: occorre fare presto (e bene) perchè si muore. In sole 116 pagine scrille con il cuore, c'è la terribile denuncia documcn• lata della tragica miseria di certi paesi d'J. 1alia. È un terribile auo di accusa contro 1u11a la ,ocictà italian11, contro tulli noi, anche contro mc, anche conlro te che m'a• ,colti. Altro che sentirci 6cri del nostro 1•aese, va.nta10, e11ahntocome la culla della civiltà. Altro che sen1irci 11oddidaui lici no~lro daffare quotidiano. Tut1i siamo &Otto proceuo nel libro di Dolci. Non solo coloro che J)rctemlono di dirigere il paese e d1e non sanno co11 il danaro succhi:llo al popolo di cui disJ)OII• gono, operare a « far pre&IO (e bene) :t 1•er caneellarc condizioni di vila così 1.mb – umane. Non solo i grandi cd i piccoli prc1i cd i loro fodcli rap1>resentanti e praticanti una religione cui hanno toho l'anima. Tutti, lutti gli uomini e donne che hanno una casa, che mangiano per la lor rame tutti i giorni, che possono d'amare e vestire i loro figli. Danilo Dolci dice a tutti: non e permes– so ignorare che c'è gente che vive morente di 1ofl'crcmie e di privazioni. « Si com• mette un delitto di omiuione ver.10 quei t10.1tri fratelli di cui clobbiamo pentirci e redimerci. C'è un atto di amore da com• pfore iubito />Cr $€llvarli e Mlvarci "· I bambini che muoiono cli fame, la gcn• te che vive, s'accoppia, partorisce nei por– cili, prigioniera cli condizioni animalesche, sono miserie che ofTcn<lono chiunque sen. la che non siamo su quesla terra solo per mangiare, godere, moltiplicarci, divertirci. Come stupini che nella zona di Monte• lepre ci sia il brigantaggio, che la delin• 59

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