Volontà - anno VII - n.12 - 15 marzo 1954

alimentari non potrà che risultare vano se disgiunto da una delibera– ta azione per la limitazione deJJa na- 1alità, soprattutto neUe aree depresse (ad esempio in India, in Cina e, se vogliamo considerare quanto ci ri– guarda da vicino, nell'Italia meridio– nale). Richard Sterner, rappresentante della Svezia neH'Eco,wmic mul Social Cou11cil, così concludeva il suo di– scorso inaugurale del Congresso: « Il vostro .lavoro, Signore e Signori, ha un profondo significato strategico per In pace del mondo, per lo sviluppo sociale mondiale e per la liberazio– ne economica, sociale e culturale del– la donna e di tutta l'umanitÌl )), Va· rilevato infatti come l'impor– tanza d_i altri rauori, in ispecie di quello morale, non sia seconda al– l'importanza del fattore meramente economico. Il controllo demografico infatti, ove non si imponga quale ur. gente necessità 1 viene considerato in m.olti paesi un dovere sociale, un at– to di civiltà. In tulle le società in cui la vita umana è tentata in <1ualche conto, il concetto di regolazione del– la prole o << pianificazione della (a. miglia >1 è un concetto da tempo ac– quisito: non si discute pili sulla sua accettabilità o meno, esso esiste come dato di fotto. Si badi bene che « pianificazione >> non si identifica necessariamente con limitazione: la pianificazione deUa ramiglia è la misura che consente la procreazione volontaria e consapevo– le ossia il giusto inten•allo tra una maternità e l'altra: il << Camily spa– <ling » come dicono gli anglosassoni. Nei paesi in cui tale idea è penetrata in profonditi, esistono organizzazioni remminili appoggiate dalle autorità locali e una rete di cliniche e amhn• latori specializzati che rendono pos– sibile a tutte le donne di Ogni eia~ sociale di « programmare » la mater– nità, ossia avere tutti, e solo, i figli desiderati, al tempo desiderato. La pianificazione della Camiglia è dunque ad un tempo azione di carattere sociale e mezzo di Jibera– zione della donna e di elevazione del~ la sua dignità. E valga il vero: la percentuale degli "borti procurn1i, statistic"mc,ue è risultata in molti paesi essere i11vcrsam.e11te proporzio- 1wle a/In diffusione dei me.:.:i co11trtt• cettivi e là dove le nozioni concer– nenti il Birr/r. Control sono facilmen– te accessibili, J'inJanticidio è un fat– to assolutamente eccezionale. In coscienza possiamo noi dire altrettanto? Recentemente una in– chiesta condona per conto dcli' r. stituto Doxa dal ProC. Luzzatto Fc– giz circa il controUo delle concezio– ni così concludeva: << di noi italiani è stato detto che se non abbiamo il divorzio abbiamo in compenso l'a– duherio consensuale. Sarebbe dolo– roso se si potesse sostenere che men– tre si "ieta la vendita di mezzi con– lracetti\'i (che non siano anche pro– filattici) tolleriamo l'aborto procu– rato >l, 1 Potrei a questo punto citare an– che una lettera di un medico di Ba– ri che si pro1>onevn di incidere su nastro le suppliche delle donne che a lui si rivolgono quotidiana,nente per avere qualche informazione cir– ca i1 modo di limitare la prole. Ag– giunge\'a 1ale medico trattarsi di don– ne con 10, 12, 15 figli. Per ragioni e- 1 Bolle1tino Do:,a, Anno Vll, n. 12-13. 15 luglio 1953.

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