Volontà - anno VII - n.12 - 15 marzo 1954

sero distrutto i collettivi aragonesi, federazioni cantonali avevano fat– to tutto il possibile 1>crt'imediare al– Je ingiusl izie della natura, ottenendo anche per i villaggi meno favoriti il macchinario, i muli, le sementi ne– cessarie, ecc., con cui gli abitanti a– "rebbero potuto aumentare il ren– dimento della loro terra. Ciò lo tii otteneva trami1c la Federazione, che si occupava appunto dello smista– mento dei prodotti di venti, trenta, <1uarnnta e persino cinquanta ]ocali– tit, e r.ichiedcva ai centri industriaii " d'allcvamenlo a nome loro i pro– doni necessari >i. La direzione della UGT era con– traria alla collettivizzazione e favo– revole invece alla nazionalizzazione dei mezzi di produzione.· Ma è im– portante osservare quale enorme in– fluenza ebbero gli esperimenti di collettivizzazione sui contadini j. scritti alla UGT, e si legge di molti collettivi organizzati in comune dalla CNT e dalla UGT. Levai mette in e– vidrnza che in Castiglia il movimen– to collettivisla della CNT ebbe un for1issimo appoggio da parte delJa federazione dei braccianti (UGT). « In fondo i lavoratori della UGT a– vevano le stesse aspirazioni di quelli della CNT. Volevano l'cspropriazio. ne dt•i grandi latifondi e l'affermà– zione del.la giustizia sociale. In mohe località esiste,•a in pratica un accor– do ufficiale tra le due organizzazioni conlaclinc che andava a beneficio dei collc1tivi>1. I!: inoltre interessante no– tar€' come le varie regioni si venisse– ro reciprocamente in aiuto nell'or• ganizzazione dei collettivi agricoli. In Castiglia, il successo della coUet– tivizzazione non fu dovuto unica– mente ai militanti libertari e socia- 624 Jisti della regione: nel luglio 1937,. non meno di mille membri dei col– lettivi del Levanle si recarono in Cw.– s1iglia allo scopo di vortare aiuto e consiglio ai com1>agni castigliani, va– lendosi dell'esperienza da essi già falla nell'opera di collettivizzazione. E di quale av,•cdu1ezza diedero pro– va i contadini applicando, per tutti i delegati, la norma che: e< in un col– le11ivo ben organizzato nessuno deve cessare di fare il contadino », che tutti i delegati cioè dovevano conti– nuare a lavorare i campi come gli altri. J colle11ivi agricoli non erano strutlurc rigide, modellate su schemi sbiaditi. In primo luogo erano un'c– m:mazioue sponlanea .della gente semplice. ridotta ad una miseria in– descrh•ibile ma pur sempre animata da uno spirito di ribellione e un senso della giustizia che la rese ca– pace, al momento giusto, di pren– dere le redini della situazione. Uno dei segreti del successo della rivolu– zione sociale nelle cam1>agne sta pro– prio nella preferenza dei contadini, nel loro complesso, a lavorare la terra in cooperazione piuttosto che possedere ognuno il proprio pezzet– to individuale. 1< Bisogna riconosce– rP..1che la classe lavoratrice spagno– la ha una innata disposizione alla coo1>erazione, di cui non si trova l'u– guale in nessuno dei paesi dell'Eu– ro1>amoderna ». I contadini spagno– li mostrano inoltre di 1>ossedere un immenso desiderio di apprende– re, e di a1>plicare, i nuovi metodi di collettivizzazione. Non avevano piìi da temere che la meccanizzazione ."i 1 Gt:u1. BMENNAN. in T/,e Sl)(misli l11by– rintl1.

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