Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

trascor:ii jtiovanili e attaccarsi 11dmm greppia '1ualsiasi, Ittiti gli Slanchi a cui mnnca\'a l'onesto coraggio di dichiararsi tali e ritirarsi a vira privala - e ve ne forono molli Ira i socialisti e parecchi anche rrn gli anarchici - acccltarono e llredicarono la guera « pcrchè era un fa110 n, facendosi forti dcll'adesionf' di alcuni generosi i quali, in buona fede, traviati eia una er– ronea concezione della stori:1 e da 11111n una propagand:1 di menzogne, ere• (lc11ero si 1ra1tassc dav,•ero di urw gunra liberatrice e vi JH1rtcci1n1rono pa• gundo di r)crsona. Ed oggi non mancano di (1uelli che fonno adesione al fascismo « llCr• eh(~ è un follo), e nascondono, e credono giustificare la loro dcdi:1,ione ed il loro 1radimen10 dicendo d<'l fascismo, C'ome gii, della ;;ucrrn, che il s-uo scopo è rivoluzionario. ì, la guerra mondiale e_. la pace» che ne è risultata sono una realtà, com<' furono una realtà tulle I(' guerre pass:1tc, tutti i massacri e tutli i mer. caii di flOJlOlo. È una reahì1 il m,rnganello Fascista, come ru una rcahi, il ba– s1onC' tf'dcsco. « che l'Italia non doma! )) Sono 1mrtro1lJ)O una realtì1 tulle le oppressioni, tulle I<' miseri<', lutti gli odii, lulli i delitti che aflliggono, dividono e degrndano gli uomini. Biso;.çncr;'i dunque 111110accctlarr, so11omct1ersi u 111110perchè tale è In t-iluazionr C'he la sloria ci 1111 fono? Tutto il progresso uuumo ù fono di lolle contro rcultì1 nulurali e realti, soc·inli, E noi che vogliamo il progresso massimo, la pili grande felicità pos– sibili· f)l'r lulti c1uanti gli esseri unrnni, siamo assedi:iti e ba11u1i da tuttr le 1H1rlida realtà 05tili, e con1ro queste realti, dobbiamo combattere. Ma 1)er co111ba1tcrl(•dobbiamo cono:,cerlC' e 1enerne conto. L'annrehia 1•er trionfare, o anche semplicemente p,•r marciare \'Crso il t-UOtrionfo tlevc es.,crc concepit.i, ollre che come foro luminoso che illu– miua f'd attrae, come una co~:, possibile, realizzabile non colla consum:t• zion(" dei Si'coli, ma in tc1111•0rf'lativ11111e11te breve " senza bisogno di miru◄·oli. Ora, uoi anarchici c•i siamo molto occupati dcll'itlcalc; abbiamo fotto la cri1ica di luttc le lllC11zog1w morali e di lltlle le istituzioni sociali che cor– rompono cd 011primono l'unwniti1, abbiamo descri110, con <1ucl tanto cli 1 ,ocs.ia e di eloquenza che ciilscun di noi poleva possedere, un'auspicata socil'ti1 armonica, fondala sulla honti, e sull'amore; ma, hiSOf:t"!la conCes– sarlo, ci siamo occupali poco delle ,•ic e dei mezzi 1>er realizzare i nostri id.-ali. Hicouosciuta la necessiti, del molo rivoluzionario, o Jliu1tos10 insurre– ziorrnle <·he de\fe abbattere gli ostacoli materiali, llOtcre politico e accapar·. r:tmcnto dei mezzi di lavoro, che si op1>ongono alla propagancfo ed alla e• sperimentazione dei nostri idf'11li, noi abbiamo pensato, o fotto come se pen– sasi1imo che tulio si sarebbe accomodato dn sè, senz11 piano preconcetto, na111ralmen1c, sponlaneamcnte - cd abbiamo risposto alle difficoltà pro. s1w1llll<'CÌcon delle formule aslrall.c e con un ollimismo che è con1radcuo dai Culti alluaU e da quelli prevedibili. Abbiamo insomma riso'lto tutto su1>· ponendo che la gente vorri1 proprio <1ucllo che \'Ogliamo noi e le cose si ac~ comoclcranno esattamente secondo i nostri desideri. 606

RkJQdWJsaXNoZXIy