Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

rivoluzione, se pr~para gli uomini ad una radicale trasformazione degli or– clini presenti o se educa il 1>opoload acccw1re dopo la ri,•olnzione, una nuo– v~1 tirannia; ma almeno nello sco1>0finale, noi saremo perfettamente d'a<'– cordo . .Però è certo che <1uel.lcdichiarazioni di vofore impadronirsi deUo Sta- 10 per di.strugger/o o sono ripro,•evoli arti'fizi di polemica, o, se sinceri, ven– gono da anarchici in formazione, che credono di essere ancora dei <lemo– cra1ici. 1 veri socialisti democratici hauno ben altra idea deUa (< conquista dei polcri 1mbblici >). Al Congresso di Londra, per citare una manilcstazione re– cente I e solenne, essi han detto chiaramente che bisogna con<1nistare i po– teri pubblici (< per legiforare ed amministrare la uuova società >). E nell'ul- 1 imo numero~ della Critica Sociale si legge che 1< è un. errore il credere clw il Purtito socilllista ttrriuato al potere potrà e vorrà diminuire le imposte, e che invece lo Stato dovrà, per me==odi un <1mne11to graduale d'imJJOste, as– sorbire grad1wlme11te ltt ricclie==<i private,, per <1l111are l graruli riforme che il socfolismo si propone (ist.it.uzione di Cc,sse per i vece/ti, per gl'invalidi, contro gl'in/ort,mi, ordinamento scolastico degno di paesi civili, riscatto dei grwuli c<tpituli, ecc. ecc.) » e così avviarsi verso « la lontana mèta. del per– /<>tto comunismo, qwmdo tutto diverrà un servizio pubblico e la riccliez::;a privnta sarà mu,. cosa sola co11, fo, ricche::;=udella societ,ì >>. Dunque è un Go,•erno bello e buono che i socialisti democratici ci pro– mettono: un governo con tutta la necessaria sequela dei suoi accertatori cli reddito, i suoi esattori, i suoi uscieri (per i contribuenti morosi), i suoi gcn• darmi e carcerieri (J>er chi fosse tentato di gettar dalla finestra l'usciere), coi suoi giudici, coi suoi amministratori dei fondi J)er J'assistenza pubblièa, coi suoi 1>rogran11niscolastici ed i suoi istitutori ufficiali, colJa sua ammini– s1razione del debito pubbl.ico per pagare gl'intercssi dei ca1>ita)j riscat1a- 1i, ecc. ecc,; e, naturahneute, col suo coq>o legislativo che fa le leggi e fissa l'im1>osta, ed i varii ministeri che eseguono ed mmuinistrano le leggi. Su ques10 possono esservi differenze di modalità, di tendenze più o me– no :,cccntratrici, di metodi piìi o meno dittatoriali o democratici, di 1>rocedi– men1i pii, o meno affretlati o graduali, ma j,n fondo sono tutti d'accordo, 1>erchè quella è la sostanza del loro J>rogramma. Ora bisogna vedere se questo governo che i socialisti vagheggi~no offre garanzia di giustizia sociale; se esso potrebbe e vorrebbe abolire 1e classi, di– struggere ogni slruttamento ed ogni oppressione dell'uomo suH'uomo; se, in una parola, esso potrebbe e vorrebbe fondare una società veramente so– cialista. 1 Tem.:r pr.:~nte dw ques1'arti«llo ri~ale :il m:iggio I89i. li Congre&so di Londra è del 1896. :: « Cri1ict1Sociale., di Milano, I maggio 1897. - Ar1icolo "° Il panito socialis1a è le impos1e » lii Giuseppe 8-0nzo. 485

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