Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

•liamo fondare; ma neVa soc1·etàauuole noi ci facciamo beffa dì questo principi'o, quando euo ci /a perire: noi negl1iamo ai nostri nemici tulle le libertà, tutti i d1'ri11i. l\'oi non pouiomo praticare i principii anarcluèi nello $0CÌetitattuale, cl1e ci a.uer– vixe, ci maltratta, ci ut:cide: /orlo sarebbe un suicidnrci. E' cosa abile da parte dei preti e dei ricc.l1idi predicare OBBila libertit basandosi sui loro « diritti acquiJiti i, e di dirci: perchè spoutuare il clero e privarlo della libertà d'istruire la gio1,-entù? l,,a libertà è come il sole: splende per rutti. Dunque libertà dei realisti, dei capitalisti, tkgli ·antisemiti, dei padroni. ecc. No11 reslll agli oppressi che la liber/Ù di ritiolta: gli sforzi dei loro patlroni tendono a le1,Y1rlti loro. creando una con/wione tra la società di domani e quella di oggi. Es,i non vi riusciranno. Che il popolo ,i organiui per la guerra c1'vile, preludio neceuorio tiella sua libera• :ione e sia .senw pietà pei suoi nenu"ci ». Ora, ci chiamino pure senlimenlalisti fino a che vogliono (chi scrh·e se Jo &ente dire da venti anni in concorrenza coll'allra accusa di autorilario e non sia per questo meno bene in salule), ci chiamino pure 8Cntimentalis1i, ma noi non possiamo fare a meno di protestare altamente contro quest;, teo– ria, rea.-.ionaria, autori1ariu, liberticida, che afferma la libertà come un principio buono per una futura società e lo rinnega per il pr('sente. t in nome di questa teoria che si sono stabilite le presenti tirannie; è in nome di essa cl,e si slabiliranno, se i) 1>op0Jo ,,i si lascia prendere, lf' 1i– runnit' hiture. Lo s1orico della Grande Rivoluzione francese. Luigi Diane, volendo spiegare e giustificare la contradizione tra le vantate aspirazioni umanitarie e liberali dei Giacobini e la feroce tirannia che esercitarono quando furono al potere, dis1ingueva a1>1nm10tra • la repubblica » che era una istituzione di là da venire nella <1uale i principii sarebbero ap1>licati in tutta la loro ampie.-.za, e « la rivoluzione », che era il presente e serviva a giustificare tul– le le tirannie come mezzo per arrivare al trionfo deJla libertà e della giu. sti.-.ia, Quel che venne fu i.I ghigliottinamcnto dei migliori rivolu.-.ionari, nonchè di una infinità di disgraziati, il consolidamento della potenza bor– ghese, l'i1npcro e la Restaurazione. Ed i socialisti democratici, questi giacobini del.l'ora pre&ente, in non~e della liberti• future, e come mezw a raggiungerla, si preparano ad imposses– sarsi del potere e ad imporci la loro 1irannia. Sappiamo bene che i preti, i padroni, gli antisemiti, i realisti e, ce lo pem1e11a Costant Martin, i repubblicani, quando parlano di libertà men– tono, poichè vogliono la libertà solo per loro, in quanto serve a mantenerli o a Carli andare al potere. Sap1>iamo bene che non ,•'è libertà per chi è eco– nomicamente soggetto e 1>er chi deve subire il dominio dello Stato. Ma per combattere, e combattere efficacemente i nostri nemici noi non ahbiam bisogno di rinnegare il principio della Jibertà, nemmeno per un momento: ci basta il \'Olere ]a liberti1 vera e volerla per tutti; per noi come per gli ahri. 48()

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