Volontà - anno VII - n.8 - 15 novembre 1953

Le idee e gli ideali sono come la forcsla di 8Jcngda'lc: se questo con– cc1to riuscisse ad entrare _in testa alla gcnle, Corse si darebbe pii:1 reua agli « mrnrchici sognatori>) e meno ai «realisti>> che, oggigiorno, sono riusciti a influenzare il pensiero a tal punlo che qualsiasi idea che non possa ve– nire immediatamente a1>plicata· nella situazione esistente, viene respinta come utopistica e impossibile. Gli alberi non crescono in un sol giorno; e non crescerebbero neppure in migliaia di anni se gli nomirri, per il sem– plice follo di non avere la vita ahhastanz:1 lunga da vederli cresciuti al loro massimo rigoglio, non avessero voluto piantarli. l rivoluzionari che abbandonano i loro ideali rivoluzionari per la sod. disfazione di ,e vederne i risultati )l nel riformismo sono come colui che pianta ,dbcri di crescita veloce da tagliare in pochi anni come legna da ar– dere: e non gli rimarrit che un deserto d·i sterpi. Non ha permesso aHa pianta di crescere nè al seme cli germogliare per rigenerare la foresta. [I mondo è pieno di <1ues1iim1H1zienti: si direbbe che negli anni fra le due guerre e nell'uhi1no dopoguerra essi siano riusciti a contaminare anche qne• gli uomini e quelle donne di grande pazienza clis1>ostia piantare foreste di idee che avrebbero richiesto un numero incalcolabile cli anni per raggiun– gere la piena fruttificazione, ma che, urrn volta raggiunta, avrebbero la– sciato una traccia indelebile, qualcosa di valido per l'umanità. Ed una qua– Jità tipica proprio di queste piantagioni di idee è che, quando l'idea ori– ginaria invecchia e clivenla sorpassata, accanto ad essa sono cresciute altre jcJec, da essa spont.aneamenle germogliale e pronte a sostituirla nella sua !unzione. Questo è il processo naturale della vita degli alberi, dell'uomo ... e delle idee. VERNON R1CHAROS da: Frce,fom, \'OI. 14, n. 3~, Londra, 22-8-1953. MIRACOLI Anche ques1O fonomeno sembra un corollario della miseria. Li', do,·e fa miseria in• fìerisce di più, più grande è il numero dei miracoli. S. Ccnnt1ro ripcle tutti gli anni a da1a cd ora stabilite il suo 111irai;:olo.Monte Vcr• gine, PomJ>Cisono le mele di g<:nte che chiede od ha ricc,,u10 qualche grazin. Un nuo\'O ooncorrcn1c ai santi miracolosi, ormai fomoso, C 1111drePio di Pietralc'ino che assicurano ha gii1 compiuto migliaia e migliaia di guarigioni. L'ultima in ordine di 1em1>O - ma ne aahcrnnno fuori nitre od altri in futuro - è la i\Ia11onna che 11iange di Siracusa. Tutti hanno ,·is10 la Madonna pinngerc cd allor:, è s1111O un aRluire di genie maiala cd ecco che si sono \'Crifìcati numcro:oi casi di gu:1ri• gione di persone clic i medici a"e,·ano dichiarate ingunribili. Ed i giornalisti: eccoli pronli a parlare del nuo,·o miracolo e ad accredi111rlo preijSO tanta ge111eingenua od ignorante. La Chiesa, che in fo110di miracoli deve essere r•iù secuica del JJrofono, è più pru• dente, rimane silenziosa: guarda ccl as11e1ta ! Ciò non toglie però che, a foto di <1ue;:;1O alleggiamento ufficiale, tolleri cd incoraggi e promuova attrn,·erso 1'111.ionclocole ilei suo clero, il fanatismo su1>er&1iziosoche rende i suoi feridi tanlo 11ill ciechi e uhbidierlli.

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