Volontà - anno VII - n.8 - 15 novembre 1953

zo secolo circa, quando fa società j. de:,le Sar:1 definitivamente instaura– ta. In quel tempo s.i faranno feste in suo onore. A parer mio, 1>erò, essa rischia allora di essere un pò man. giata dalle tarme e temo che non ci se ne possa piìi servire. Quando si aggitingerà, che queste due concezioni - <1ue1la dell'arma– dio e quella dclJa cugina - hanno deciso di imporsi l'una all'altra, e sono obbligate in tutto <1ucsto tram– busto a ridurre ancor piìi i movi– menti della cugina, si comprendcdt facilmente, come la nostra storia sia quella della servitì1 piìi che della li– bertà, e che il mondo nel quale vi– viamo sia quello di cui ho parlato or ora, mondo che ci si palesa dai quo– tidiani tulle le nrnttine per fare rfoi nostri giorni e delle nostre settimane un solo giorno di rivolta. e di collera. La cosa piì1 semplice e pertanto la p~l1 tentatrice è qucBa di accusare i governi o qualche potenza oscura di <1uesti bruui modi. È vero che i governi sono col– pevoli, di una colpevolezza così spessa ccl estesa che non se ne vede 1>iì1l'origine. 1\:fa essi non SO• no gli unici responsabili. Dopo tut– to, se la liberti1 non avesse avuto che i governi per sorvegliare il suo svi– luppo, è probabile che sarébhe an– cora allo stadio infantile o defini1i– vamcnte st>tter-rala con l'iscrizione « 'I!: salitò un angelo in cielo>>. La societì1 basata sul denaro e sUllo srru11amento, non è stata mai incari– cata, che :io sa1>pia, di far regnare la libcr1ì1 e Ja giustizia. Lo Stato poli;,;iollo non è slato mai sospettalo di :q>rire scuole cli dirillo nei sotto– suoli dove interroga i suoi pazie111i. Quindi quando i governi opprimo– no e sfruttano fanno il loro mestie- 400 re e chiunque gli affida senza con– trollo la libertà non ha il diritto di meravigliarsi che la lihertit sia im– mediatamente disonorata. Se 1a libertà è oggi umiliata o in– catenata non è perchè i suoi nemici banno usato il tradi.mento. È perchè 'i suoi amici hanno in parie dato le dimissioni, è perchè essa ha perdu– to proprio il suo protettore natura– le. Si, la libertà è vedova, ma biso– gna dirlo perchè è vero, essa è ,·e. dova di noi tulti. La liber1i1 è questione che interes– a gli oppressi e i suoi 1>ro1ettori tradizionali sono sempre usciti dai popoli 01>prcssi. Sono i comuni che nell'Europa feudale hanno mante– nuto i formcnti cli libertà, gli abi– tanti dei borghi e delle città <'he l'hanno fatta trionfare in modo fug. gevole nell'89, e a partire dal XIX secolo sono i movimenti operai che si sono preoccupati cli far rispeltilrc la 1iberlà e la giustizia, che non han– no mai sospettato inconciliabili. Sono i favoratori m:mua1i e in– tellettuali che hani10 dato sostanza alla liber1ù e che l'hanno foua pro– gredire nel mondo (inchè diventasse il princi1>fo stesso del nostro 1>cn– s-icro,..l'aria di cui non possiamo fo. re a meno, che respiriamo a pieni polmorù, fino a quando, privati di essa, ci sentiamo morire. E se oggi, nella maggior pai;te del mondo es– sa è in regresso, è senza dubbio per– chè mai le iniziative di nssen,imen– to sono state piì1 ciniche e meglio armate, ma è anche perchè i suoi veri difensori - sia perchè stanchi o sia per una fidsa idea della strate– gia e dell'efficacia - si sono allon– tanati da essa. Si,· il grande av,•enimenlo ciel XX

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