Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

sce con w1 sentimento cli solidarietà chl' lo onora ». ln Rabelais non c'è spirilo li1igio– so. Brontola con la sua ven·c snrca– stic·n conlro coloro che si co111pi1tc– ciono di processi lunghi e rovinosi. Sono degli egoisti, degli esseri ma– lefici che bisogna denunciare con forza, se vogliono sperare che trion– fi quella dolcezza del.l'anima che Ra– belais oppone con grandezza. Quc– Un bontà atti,•a non ha niente del- 1':,bdicazione: al contrario es.sa si confonde nello spirito con (1uclla so. Jidarieti, bene.fica che aJ>re i.I cam– mino alla vittoria del buon senso e tlclJn ragione. È P11nurge che canterà le lodi del– la solidaricti, umana e t>ronuncierit fo 1>ii1 bella difesa in Cavorc dell'aiu– to reci1>roco. Certi autori hanno tentato l'acco– stamento di Rabelais con il nostro Proudhon: in certi punti il riav,,j. cinamento è s1>ontaneo e sensato: « Per quanto imperfetta sia <1ue– su, am,lisi, ci accorgiamo facilmen– te cl," R<1belaisave-vn sulle cose i,r, genertde e sull'uomo in, particolare - l'uomo cousiderat.o in se stesso o in socictcì - iclee sagge, (l(/cguate e 1m1tiche più cli quelle corre11ti tra cli noi e ,mc/rn tra gli stessi gouer• ,u,tori. 1"011 è lui che si sarebbe so– g,wto di fare dell'indivicluo f> della società due entità imlipendcmi, con– trwmmti /"una all'altra; che avrebbe commesso l'errore di imf}rigio1wrc lo spirito umano nel dilemnrn i11di– vùlwdismo o socia/i.smO, co11tro cui ogni giorno si scontra,w j, nostri uo– mini 1>oli1ici... Qumuo ummrn, e Vl'm ht dottri,u1 di Ra~elais, fo cui formufo è strlltt trovata ai u.osrri tem– fJi dr1 Pierre 1 ..eroux: l'i,1clivicluo completo in una società completa». 2i8 Dallo studio sullo s1>irito liberta– rio del XVI secolo, pubblicato dal mio amico Gérard de Lacaze-Du– thiers, prendo <Juesla corta citazio– ne su Rabelais, che egli classi6ca tra 11 gli stimolatori del pensiero, tra i creatori e i realiz::Mori del bello», di quello stupendo XVI secolo io cui troviamo Erasmo, Jean Bodin, Miche) de Montaigne, Etienne de la Boetie. « Rabelais, è uno spirito libert.a– rio, nemico dello spirito autorita– rio, nel peusicro e 11.ell'a~io11e.Ra– belais è un libcrtarUJ, 1111 predeces– sore cli Stimer e Thoreau. Egli affer• ma che l'imlividuo ha il diritto di essere se stesso, poichè, come lo pro– clamm;a,w ì greci, è ltt misura di o– gni cosa e ,wn conosce altre costri– zioni che quelle e/te egli esercita su. se stesso, altra autorità ed altre leg• gi che le sue: onesto egli si astiern? dall'agire in, bruuc:za ç evolve sem– pre più verso l'armonia universale. Egli /Jroclanw. il. diritto per ciascu- 110 di noi di -vivere n suo modo, sen– ::.nstatuti, senza regolamenti, senza gendarmi, secondo la propria fanta– sia ed il proprio capriccio )). Così, dopo Nettlau, Kropotkin, Eliseo Reclus, G. Lacaze-Duthicrs afferma con pertinenza l'individua– lismo umanista e libertario di Ra– belais. Rabelais ha osato, cd è quel. lo che è 1>ii1notevole in lui, ergersi eontro i grandi, contro la Chiesa CO• sì 1>otente a <1uell'epoca. Egli da,'a pro,•a di m1 forte corag– gio. Bisogna ricordarsi che all'epoca in cui Rabelais si esprimeva, l'in– <1uisizione prendeva radice e driz– za,•a i roghi conlro coloro che si permettevano qualche libertà di e– s1>ressiohc. Bisogna ricordarsi che ·E– tienne Dolet fu impiccuto e bruciato

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