Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

fu un crede e un dispensatore di tutti i cento racconti del mondo. Emcrson riconosce la potenza del– l'individualità di Shakespeare, co– me di tutli i grandi poeti, ma ,•cde in lui In grande quercia che ha le rudici nella tradizione popolare. Emilio Custclar, scrivendo di un al– tro grande drammaturgo, il Lcssi11g, os.ser\'a (!hc egli si è ispirato alle tra– dizioni e ai luminosi racconti italiu– ni .e: allo Btesso modo che si traggo– no e si disgrossano stupendi maru1i dalle ricchissime ca,·e d'halia ». Fonte (lrincipale ciel dramma del Lcssing è, infatti, il Decamerone del Bo<·eacfio, che è, in grande parte, la eco di trndizioni locali e popo– l11rcscl1c. ()uando si pensi che i Co,lles ,le jè(•S di Clmrlcs Perrault 11011 sono che una raccoha di racconti che le Fantesche gli narrarono nell:1 sua in– fanzia, che Puskin cominciò la sua carriera letteraria mettendo in versi i r11cconti della sua vecchia nutrice, <'hc egli era solito ascolture nelle lunghe &ere in\'crnali, si può consi– derare quale ricca sorgente di temi letlcrnri rap1lresc111i la tradizio1Je O• mie, che è tipicamente popolare. Mnssimo Gorki, che si è formato scrittore a contatto con i più genui– ni strati del prolelnriato russo, hn pagato il proprio debito in <1ue1Ja f'rie di saggi che, nell'edizione i1·1- linn11, ha per titolo La di5tru:.ionc de//u 1>erso1wliti, ,,,,uma 1 • In que– sto libro, che meriterebbe di es.sere molto pili noto e pit1 letto di <1ucllo che lo sin, almeno tra noi, Corki dice: t< Le migliori opere dei più grandi poeti di tutti i paesi, sono estratte dal tesoro delle creazioni l cdiz. Bocta, Torino. 254 · colJcttive del popolo, nelle quali già da tempi immemorabili erano e– spresse tutte le popolarizzazioni (lr&• tiche, tutti i tipi cd i gloriosi pro– totipi. Otello geloso, Amleto deru– bato della sua volontlt cd il dissoluto Don Gio"anni, 1utte queste persone prototipiche sono state creale dal po• polo prima assai di Shakespeare e di Byron; gli s1>agnoli cantavano nei loro cauti « la ,,i1a è un soguo » pri– ma di Calderon, mentre i mauri ruusuhnani lo dissero prima anco– ra degli s1lagnoli; la ca,•alleria fu con altrettanta maiignità e tristez– za dcri3a in favole po1,olareschc pri– ma di Cervantes. Milton e Dante. l\'ticzkicwic, Goethe e Schiller si al– zarono alle 1>iù alte son11niti:1sol- 1anto nel momento in cui la crea– zione della comunitì, li tenne sotto le sue egide, <1u111ulo le loro is1)ira– zioni scaturirono dalla Conte della poe:iia popolare, smi.:.uratamente profonchi, infinitamente varia. po– tente e saggia .... La finzione artistica è di spettan– za dell'indi,•iduo, mn solamente la comunità è capace della creazioni}. Giove fu creato dal popolo, Fida lo ha sculto nel marmo». Che le migliori opere letterarie at– ti.ngano alla tradizione popolare e ubbinno come materiale precipuo le creazioni spontanee, le quali dal poe: la sono sohanto elaborate e coordi– nate, è un fatto onnai riconosciuto da <1uanti non siano ossessiona.ti dal culto degli Eroi. Lo stesso Carlyle, del resto. riconosceva che tutto il Medio Evo ave,•a contribuito 1111'0• per.i cli Dante. Ma non è staio an– cora sufficientemente analizz11to que. slo enorme contributo colletLivo al• l'opera indi,•idnale, si d1e nou sono

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