Volontà - anno VII - n.4- 31 maggio 1953

conte misura del progresso e ricon– duce ad un riwrdo ,li adattamento (ritardo definito come un semplice avvenimento transitorio) la causa u– nica degli errori e delle sofferenze che opprimono il mondo. 11 « male » è un semplice residuo del passato nel l)resente, l'avvenire un supera– mento perpetuo del male, immanen– te al meccanismo del mondo. Nella considerazione« iperbolica » dell'accelerazione indefinita del di– venire, c'è in fondo qualcosa di di– , ,cr.so di un impoverimento e di una limitazione volontaria della visione « ciclica )> che essa maschera par– zialmente nell'ideologia moderna? Certamente, il naturalismo « evolu– zionista » pretende di abbracciare in un colpo d'occhio miliardi di secoli nel tempo, miliardi di anni-luce nel– lo Sf)azio, e non è difficile ridicoliz– zare il (( creazionista » chiuso in un sistema stretto di qualche mil.lennio, orizzonte di un universo ridicolo. Ma il valore di un sistema non consiste nel numero degli zeri alli– neati alla destra delle cifre. Quando tutti noi chiameremo « at.avismo >1 ciò cl10 i nostri antenati chiamavano « peccato originale »; (C adattamen– to >1ciò che defiui,•ano « obbedienza u Dio>) (o alla natura) e « inadatta– mento » quello che credevano fosse una « rivolta )>, non siamo certi che avremo penetrato molto pili profon– do di essi, nei rapporti dell'uno e del tutt.o e neppure che avremo ac– quistato, con il sussidio di un nuovo dizionario freddamente « obiettivo », quella tolleranza e quella carità che mancava 1oro nei riguardi del non– conforme sia che venga riconosciuto come « ritardo » « prematuro » o semplicement.e come (< anormale ». Ci fa molto piacere che l'emer- g:cnza dalla bestia dell'liomo srrpir•115 sia concepita come un progresso ine– rente all'antropico cd al suo am– biente, senza alcun intervento so– prannaturale; che la vita vegetale o animale sia anche essa un Ccnorucno fisico legato ad una certa struttura della materia (che la evoluzione dal semplice al complesso e dall'omoge• neo aU'cterogcnco, considerata come Jcgge della natura vivente, venga a controbilanciare, in una certa misu– ra, l'evoluzione fisica in senso con– lrario, come eccezione confermante la regola; che, infine, dal punto di vista di Sirio, la apparizione e la di– sparizione del.la nostra specie, con– fuse nello stesso lampo, sia tan10 pili indifferente al mondo ,prnnto piì1 noi siamo, forse, i soli esseri co– scienti, e con i nostri commensali terrestri, i soli esseri vi\'ent.i dell'im– mensit:l solare. Tuttavia, tra il dogmatismo reli– gioso prc-darwiniano ed il dogmati. smo «scientifico» post-darwiniano, sarà permesso, io cre<lo, di assumere una posizione un poco scettica. Da una parte, ci presentano una storia straordinariamente raccorciata che incomincia con tutto lo splen– dore della purezza primitiva per ri– tornare al suo glorioso punto di p:tr• tenza attraverso una decadenza che si accentua ed unn catastrofe che i veri credenti annunciano pro:,sima. Di questa storia, noi non possiamo comprendere nè il principio nè la fine, ed è in contraddizione così "'vj. dente con tutto quello che noi SaJl– piamo della vita del globo che non può essere che una "erità estclica e simbolica, una verità d'espressione della tragedia umana, ma mai una verità di constatazione o di defini- 181

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