Volontà - anno VII - n.1-2 - 1 marzo 1953

pacilà; i Javoratori non hanno dirillo di voto, l'eleuorato attivo e passivo è solo degli ultra-quarantacinquenni; /) educazione obbligatoria, autoritaria e tradizionale. È chiaro come tutto ciò dovesse solleticare la fantasia torpida cd egoista del medio ceto: la pensione, i diritti a comandare oltre il quarantacinquesi– mo anno di età, ?'educazione tradizionale, niente rJ\,oluzione, libertà per le professioni libere e l'arte (un hobby, dunque) ... Soprattutto Ja borghesia americana, che nel libro di Bellamy vede prefigurato un mondo a tipo te– cnocratico somigliantissimo a quello che Uurnham trarrà di recente dalle viscere della odierna società dell'U.S.A. D'altra parte, l'esame che fra poco condurremo de) libro di Howard (e della vita delJe due città-giardino esistenti) mostrerà il direuo rapporto tra l'impostazione di Bellamy e quella del Nostro - ci corre l'obbligo, per onestà culturale, di avvertire il lettore che nel 1928 lo Shaw da uoi citato a paragone di Howard scriverà The intelligent woman. 's guide to capita/. i.sm an<l socialism, un accessibile Vademecum del buon socialista inglese basato (>roprio sulla dottrina (?) di Bellamy sull'egalitarismo del reddito: un se– gno, per noi, della deficienza slnatturale del laborismo ... Ma si badi: di questo - egalitarismo - in Roward non sarà reperibile nessuna traccia. Però vogliamo prima accennare a un'altra pubblicazione, del 1890, che oltre a essere importante in sè lo è moltissimo ))er il non avere avuto nessuna in– fluenza stil Nostro. Intendiamo parlare di Neu;s /rom Nowhere, che William Morris scrisse di getto proprio contro il testo del Bellamy. Niente Stato onnipotente e centralizzato, <1ui, ma una Federazione di comunità agricolo-industriali autonome (con qualche preferenza, nostalgia, per l'agricoltura; ma anche un senso profondo - non per nulla Morris è il padre dell'arte « industriale » - della inevitabilità, e necessità, di una pro– gressiva industrializzazione del mondo del lavoro). Persuasione che la rivoluzione è inevitabile: « una tragedia è indispen– sabile, per questa nuova nascita » (letteratura? spesso la letteratura, quan– do è autentica come nel caso di Morris, vede più chiaro Jei ragionieri e dei ragionatori). Ammirazione per la città medioevale, una società discutibile, finita, ma piena d'equilibrio e di ]ibera attività nel suo tempo. Proprio qual la de– scriveva Kropotlcin, e. molto diversa da quella che suscitava l'ammirazione formale del pre-urbanista Sitte - con tutte le conseguenze, in questo am– bito, che per ora lasciamo al ]cltore. Visione di una nuova Londra: « che è diventata un insieme di vil1a{!:gi sepaTati da boschi, prati e giardini... ». Infine - ma come coglie al cuore i1 problema generale, questo argo– mento particolare! - descrizione di una educazione tutta diversa dall'at– tuale contro cui Morris si scaglia cou violenza. Non basta che Howard non abbia subito nessuna influenza da qucslo testo (ma è significativo!). Mnnford, cui si deve addebitaTe a parer nostro molto dell"equivoco 50

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