Volontà - anno VII - n.1-2 - 1 marzo 1953

mutt,rsi nella pn,lica in una élite eh,~ comand,, l'azio,ae di una molti• rudine di gregari ub5idiem.i. Il) È pure chiaro ormai, dopo la tragt!dia della rivolu:::.ione ru.ssa .sfo– ciata nello Stato totalitario più mo– strttosa che si possa immaginare, che ogni. prefabbricazione di Programmi Tesi Ideologie in cui venga canali::.• zato il pen.siero degli aderemi a,I wia a.ssocia:::.io11e (e di Piani che ne regolino l'a:::.ione), anche se gli acle• renti vi si vincolino volontariamen– te, ne avvelena lungo la via e il pen– siero e l'azione. L'apparente risp,ar– m.io di fatica che pare consentito in. partenza dalla razionalità toglie in– vece al pensiero ed. oll'a:::.ione, che son veri solo nelle J>Crsone, gran pari~ della loro capacità creativa. In senso umano si crea soltanto quando si ha coraggio ,li accettare clre le idee siano molte e diverse in libera cOmJJCti:::.iorte, che l'azione sociale si wil11ppi anch'essa in una molte– plicità di tentativi autonomi. Non sarebbe quindi inutile preci• sare l'idea - già netta però nei (C principii di Saint lmìer " 1 - eh.e gli anarchici rifiutano per sè e per gli altri ogni proposta di ideologia unica. o di tattica unica, poichè l' op• rimum dell'a:::.ion.eanarchica - co– me di tutta l'azione umana - si rea– lizza solo nella libortò, con.ce1Jitanon già come assenza di autorità mn co– me pratica. possibilità per idee ed esperimenti cliversi, purchè nessuno anin.1i la volontà cli predominio. • « •.• voler imporre ... una linea di con• doll1i od "" programma politico uni/or• me... è unit pretesa tanto flssurda quanlo reazionaria ..• » - risolu7.ionc n. 3 22 111) Parallelamente, nel campo del lavoro si comincia a veder chitl– ro, dopo i risultati di benessere di– sumanizzato e disumanizzmite cui è giunta la. rivoluzione industriale a– mericana, che v'è un erorre raclic11- le 110n. solo nella organizzazione del lavoro per il profitto personale del proprietario della fabbrica o della terra, ma anche nella organi:::.:::.azionc divenuta fine a se si.essa nelle fab– briche immani in cui, /»er la produ– :::.ione ,li se.rie e di massa, gli uomini e le donne son ridotti appendici d,.l. le macchine. Vediamo sparire pro– gressivamente la gioia del lavoro, che richiede d'essere per ciascu,w secondo il suo genio, in a.ssociazio11e con affini, per prodotti. i11 cui ci11- scu110rit.rovi un poco di sè. I.a scien– za e la sua figliola tecnica. sono im• pazzite, sono uscite di strada, e lun– go la. loro tangente di pura rt1.:::.imw– lità, svincolate dai motivi e d11ilimi• ti dell'umano, son volte a costru:::.io• ni sempre più grandi e sempre nw– no umane. Va detto, in co11clusio11e, che l'economismo s'è mostrato i.nsu/• ficiente: in luogo di pt,rlare dei pro• blemi del lavoro n sè, ùofoti in un lor limbo, occorre riportllrsi n11clae per il lavoro all'umano - pensare ed agire in termini ,li uomfoi n.on in termini di puri lavoratori. Ed OC· corre sopratutto per gli anarchici, vedere ben ch.iaro che anche lo. co• sidetta « volontà di profitto ». sup• posto motivo economico praticamen– te puro, non è eh.e 1m aspetto della « volontà di potenza " o della « vo– lontà. di dominio », ben altrimenti profondi e complessi. A. Saint: lmier tulio questo era implicito: 2 è bene farlo esplicito. 2 «••• la libe.rlti e,I il lavoro .tono alla

RkJQdWJsaXNoZXIy