Volontà - anno VII - n.1-2 - 1 marzo 1953

dw non :-i n·dc•Ya all'istesso modo il problt•ma. che non si \'ole,•a la Sl<'SSacos;.1. Qu:mdo si diCf che vanno ridisc-us– si o riaffermati i principi di S. lmier, ncn si clc,•c intendere che l'anarchi– snw oµ:gi subisca una crisi ideologica nel senso che Je idee espresse in 11uei principi non sono pili \'alide oggi; ('(I io personalmente mi guarderei ht·nc dal1'acccttare la proposta, ven– tilala già da com11:1gni, di un rimo– dl'rnamento nella forma di que11'e– nunciazione di principi. S. Jmier rap1>resen1a nna svolta nella storia 11(·1 socialismo. ed un documento che ('i è tramandalo da quel Congresso (, tntlo~gi valido per noi, sol che si postillino alcuni termini che pos– sono risultare equivoci, o per abuso d('magogico dei politicanti o per il folto clie essi termini sono insuffi– cienti ad esprimere la maggiore com– ple.::si1i'1della situazione eeonomico– ~oc>i~lcdi oggi. Intanto. per ,·edere se l':marchi– smo sia in crisi o meno, basta esa– minare l'idea base che ispirò quei principi, e vedere se essa è ancora valida per noi, o pili precisamente, "" uossa validamente pro1,orsi come la i;o]nzione alla tremenda crisi che Of'lffime oggi l'umanitI1 intera, già estenuata dalla seconda g:nerr:1 mon– diale e posta sull'abisso d'una terza. Qual'è quest'idea base? La Liber– tà: un concetto che sembra di domi– nio comune, tanto tutti ne parlano (senza cercare, in genere, di appro. fomlire l'ana1isi) e che appunto per ciò resta equivoco. Questo concetto appare im,ccc chiaro cd evidente se si Jcggono con attenzione pili che le conclusioni dei quattro punti, i «con- sidcraml0>) che precedono le risolu– zioni di S. lmier. Che- cos'è Ja libertà per noi ;.mar• chici? È la facoltà estesa a tutti in– distintamente gli. umani tli autode– terminar5i irrdivhlrmlmente i,i 11nn consociazione clic renda impossil,ile il prit1ilegio e lo sfruttamento. Approfondiamo l'analisi: cosa si– gnifica ,e autodeterminarsi »? Inse– rirsi spontaneamente con una 1,ro– pria fisionomia e funzione nell'aggre– gato sociale, in modo che questo non risulti un ente superiore limilante l'indh•iduo come tale (come finisce con l'essere o~ni organiz7,azion<' sta– tale, persino lo Stato Jiheral<'. che pure era sorto affermando istanze di libertà indh·iduale) ma piullosto mezzo di espansione reciproca <lella personaJilà dei suoi· componenti. Perchè sia llOSsihile autodetnmi. narsi sono imlispcnsabili deHc f'on– dizìoui. la prima delle <fti:tli. sogget– tiva, la pili importante, è il s11.1u'rfl• mento di ogni idea dt>ll'Assoluto (re– ligione o filosofia) che, pretend,•ndo di rile\'are il mistero deJla vita. in cffelti assoggetta ruomo a questo mi– stero facendogli perdere iJ senso T<'a• le della sua esistenza, mentre rcn• dendolo dogmatico cd intollerante gli preclude la possibilità di inten– dersi con i propri simili, e gli im– pone norme di ,·ita basate sull'assur– do cd il prepotere dei gruppi pii1 furbi e disumani, quclJi dei privile– giati e dei politicanti, preti o laici che siano. Le ahre condizioni, og– gettive, sono: I: Eliminazione <lcllo Stato nei suoi istituti (governo-parlamento, leggi e magistratura, esercito-polizia ece.). La delega dei poteri ad un in– dividuo o ad un gruppo di individui 15

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