Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953

nostri passi in caso d'errore. Il si– stema unico ci chiude tutte le porte, meno una, 1>er la quale non tutti vorranno o potranno passare. Il si– stema unico non sarà accettato da tull i; bisognerà dunque imporlo ai rcculcilranti. Di qui la prepotenza s1:11ale,la dittatura. Questo è vero in tutti i campi, com1>rei;;o l'economia. La distinzio-– nc fra l'economia e il politico (mo,. raie, educativo, culturale, ccc.), è puramente logica, quando si J>arla o 1erive, 1>erchè non si può parh1re di pii1 cose alla \'ol\a, ma nel latto con– creto i cam,,i del.l'economia, deUa politica e della morale si confondo-– no fino ad essere uno eolo, - e più s11rnnno un solo cam1>0 <JUando spa– riscano le distinzioni di classi. li sislema unico porta nlfo centra– lizzazione, s,,iluppo delJa burocrazia, intrn.sione d'incom1>etenti, separa– zione delle funzioni amministrative dal teatro del lnoro. Chi governa la 1>roduzionc go,'erna i produttori; <1uindi, ritomo più o meno lento al– l'autorità statale. I primi a ribellar– visi saran gli anarchici, ancl1c se il sistema unico sia stato proposto da anarchici. La tendenza al sistema unico ò frutto della suggestione che esercita l'esempio del capitalismot coi suoi trust e i suoi fascismi, produzione diretla, ccc. ecc. Ma l'accentramen– to dei J>Otcricapitalisti non è il (al• tore dello sviluppo della produzio-– ne; al contrario, tende a limitarlo. Il grande sviluppo della produzione si dovette al liberalismo economico. Orn i sistemi accentratori sono ten– tativi del capitalismo non per svi– hq>1rnrc la produzione, ma per sal– varsi dalla crisi, dal fallimento e dalla rivoluzione proletaria, ncll'in- 662 teresse del profitto capitalista, del mono1>olio, ecc. li problema della produzione è importanie, ma non il solo impor• tante; non deve essergli subordi.na• to quello della distribuzione dei pro– dotti, nè quello della libertà e inte– •grità fisica e morale dei produttori. Se tutti lavorano e nessuno strutta il lavoro altrui, la llroduzione è sem• pre sufficiente, e non v'è bisogno, per elevarla oltre misura, di sacri– ficare la libertà, l'integrità. la di– gnità dei produuori. La popolazio– ne, aumentando, (a aumentare il bi– sogno di prodotti; ma fa aumentare anche le braccia produttive, senza contare l'aumento originato dal pro– gresso scientifico e tecnico. Non bi– sogna esagerare 1a necessità di quan– tità di 1>ro<luzionc, per sacrificare le libertà. L'economia statale non è mai su– periore all'economia privata, libera. neppure dal punto di vista borghe– se. 1 Dal punto di vista 01>craio si e– qui,,algono, e lo sfruttamento che deriva può essere peggiore con l'uno o con l'altro a seconda delle circo– stanze. L'economia statale può, nei momenti prosperi, dare certi van– taggi materiali agli sfruttati, ma a costo di maggiore schinvilù perso– nale. I progetti di riorganizzazione so– ciale hanno valore di 1>ropaganda, valore pedagogico, sono utili come preparazione al la,•oro pratico, co– me cimento delle teorie in rapporto a pre,•isioni praliche, per mostrare che non stiamo sulle nm,ole, clic 88· J>rcmmo come (are, ecc. ma non han 1 Ed oggi anche (e sopratutto) l'esempio del ca11ilalismo ,li S1110 (comunista od ahro) - N. d. R.

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