Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953

di una 1>erson:1la <1uale affronta in– vece le conseguenze dell'atto a cui la conduce il suo giudizio persona– ]e? E' una verità lapalissiana che, nel grande rivolgimento privo di re. gole che si realizza in tempo di ri– voluzione, ciascuno allrihu.isce se• condo il suo giudizio funzioni di giu. s1iziere, riconosce posizione di op– J~ressore ed atteggiamento di assas– S1no. Ancora. G.P. conclude deridendo Volin che presenta un << avversario c-he diabolicamente manovr;a, ingan• nando con mielosa 1>arola, nascon– dendo il suo vero volto dietro le ma. schere pili seducenti ». Ha l'aria di dire: sciocchi voi che non avete sa. puto fare allrell.anto. E così rivela (J>oicbè la menzogna di Lenin pri– ma della presa del potere è docu. mcntabile sempre) la deformazione che il riconoscere legittimità ai Po– teri costitutivi genera anche nell'a• nimo del liberaJe piì'1schietto: il ma. le si combatte con le sue stesse ar• mi, dicono. Ma non è evidente che un anarchico i1 quale si proponesse di conqu.islare potere J>er sè o per la sua parte, ed a tal fine decidesse di usare le tecniche delJa propaganda la bugia iJ mito l'inganno sistematici, cesserebbe ipso facto di essere anar. chico? Conclusione. Noi sappiamo di essere soltanto dei « lerment.i sociali:». on abbia– mo la pretesa di possedere anche noi una .,anacea per i mali sociali congegnata in forme is1ituzionn1i da considerare definitive, nè di posse• dere delJe verità assolute. Non dicia. mo a nessuno: seguici, (a ciò che ti diciamo e ti ritroverai in una socie. tà perfetta. Anzi mettiamo tutti in guardia contro discorsi di questo ge• nere, clic sono tutti bugiardi ed in– gannatori. E con questa lunga risposta ad una delJc !)oche recensioni del libro di Volin, non abbiamo nè la speranza nè int.cnzione di « persuadere al– l'an:1rcliis1110 » G.P. - ma solo di aiutarlo a ca1>irci per ciò cl1e sia- . mo, come siamo - irrimed.iabilmen. te ,Jiversi da ogni aggruppamento della costellazione dei « politici » che pretendono di salvare il mondo mentre, accettandone i.I male radica– le, lavorano soltanto a conservarne gelosamente l'ammasso di inequità che pone oggi la società contro lo Sta– to e. spesso, perfino Ja persona con– tro la società. Essa vuole essere ancl1e una ris1,o– sta a tutti i critici che, non cono– scendo l'anarchismo a fondo o nem– meno superficialmente fanno loro i motivi polemici di G. P. contro di noi, ri1>eteodoci fino aUa nausea: e se tuui facessero come voi? Ipotesi sciocca: chè in fatto non accadrà mai, ed in fatto noi non lo vorremo mai. Crediamo, noi sì sul serio, aJla libertà: che è mo]tep]ici– tà o non è. E nelJa molteplicità ci ))tendiamo una nostra funzione, la quale può criticarsi come poco pra– tica, come inadatta per i successi a grandi cl.imensioni, ma si dovrebbe riconoscere è la sola in cui pensiero e vita cercano di coincidere sul fon– damento d'una effettiva volontà di libertà. C. ZACCARIA 655

RkJQdWJsaXNoZXIy