Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

,mo e hen più scientificamente ,icuro dei propri mezzi e fini. e logicamente e na• tural111c111econneuo il concetto della ne• cenaria e inevitabile riseona. Perchè l'i• dea della libertà è di 1ale fori:.a e resisten. za che anche se eonculcarn, iwfforca1a, i;tra• ziata sro1111ia da ogni p1ute e oostringe i suoi negatori ad armarsi di quella ,•iolen• za e di quella ferocia che finiscono sempre per diventare suicide. Questo libro è dun<1ue un ano di fede ne– gli c1erni 11rincipi che muovono la sloria, un'esortazione :.Ila speranza in un mondo migliore, un atto cli amoroso fraterno o• maggio alla memoria di coloro che in le• 11imonianza di quesla fede hanno dato la I-Orovi1a. T. R. P. D11.VID OWENEVANS SoclalRomanticlsm in France. Cl11re11donPreu Odori) 1951. Così eo111'è concepito e serino, ques10 libro sembra una tesi di laurea, quali se ne pubblicano molte in Inghi.herra gene• ralmente ben scrille e ben documentate, uHt non sempre d'argomento eo11i c&tcAO e interessante, Leggendolo l)Crò, apl)Cna vi si scorge una direzione e una te&i, tanto J'a11en1.ione si perde nel vas10 panorama di personali1à, d'idee e d.i scritti di cui ru fertile quest;epoca (1830•18.t8) i11 Fran• eia. Forse &eo110<lell'autore è quello di svellere la ralsa idea che regna nelle &euole e Ira il pubblico in generale secondo cui ,::.li scrittori romant.iei non 110110 che degli individualisti nel peggior &enso della pa– rola, cioè degli egoeen1rici e degli egoisti. E: cerio comunque che dimostra ampia• menle come profondo e consapevole fosse invece il loro &enso sociale e come grande e &incera la loro panione per gli oppreHi e 11cr l'umanità &offerente. Così sventa pu– rè' l'allra opinione &econdo cui questi seri1- 1ori erano dei sognatori &enz'espericnza ,lelle realtà sociali e senza influenza sul rorso della storia. J romantici pensavano ron Huchez (1826) clic « la le11eralur11 e le 11rtibelle non sono il prodot10 dell'ozio 634 e della 1liui1>o:r:ione,ben.!Ì la creazione di .Jentimenti appassitma{i e cioè di ,,uanto v'è nell'uomo cli meno indivicluafi.Jta ». ChillSa che non sia a loro, a un Miehelet, a un Vie1or Bugo o a una Ceorge Sand che ,i 1lebba in ultima analisi il progredire dell'emaneipa:i:ione 1>role1aria durante .il se– colo decimonono. Perchè furono loro che 11\'Cgliarono le menti, scossero j cuori e mouero le volomii. u Ilo imparaw ,li più da {Jalzac che non da tutli i libri degli SIO• rici, e/egli economisri e ,legli statistj del– l'epoca mes$i in$ieme -,,,, scrisse nicnteme110 che Federico Engeb, e se Bah:ae è un rea– lista, non è 11erchè andò in giro a pescar falli come fece lo Zola, ma, come dice l'aulore con Baudelaire, perchè possede\•a la visione dei roman1ici. t tempo che i romantici siano riabilitali e non solo in Francia, Di nessun movimento letterario .11ipuò dire quello che 1licc di loro Loui!J Maignon, e cioè che « is1illaro110 nel pub– blico il rispeuo della pe.rsonalitfÌ e sr:ilup• /HITOnolii pietà ,,ci deboli ed i di$eredati 11, \236 libri rurono eonsullati dall' autore ed a ciascuno di essi egli dedica un breve eo1mnento. Da co&ì vasto campo di messi raccoglie variamente e riceamc11te, e noi dietro a lui ,pigoleremo alcune citazio11i di cui forse il lenore ci sari'1 grato, 1< Le imprese generose non sono 1t111i il prodotto di cuori di g/1iaccio 11, dice Filippo Bu– <'he:i:, e Saint-Simon prima di lui: « Per compiere delle eme grane/i occorre euere app(/ssionali ». Nel « Globe ,. (1° man.o 1832). organo dei Saini,simoniani. si legge• vano queste 1iarole. &ull'uhinie delle quali ogni a.narchieo non può abbastanza medi- 1are: u Bencl1è ci 1piacerebbe 1,·edere gli aOe1ti imliui<luali predominare su ,,uelli sociali, è nostro propo1ito clie la persona• litù sia rispeflat11 e clie non fo si 1aerificl,i al– l'altro c1$pe.lto della vita umana, pe.rcl1è 11,ppiamo clie il mis1ero è la salvaguardia ,lefl'indir:frluo coniro la societù ». E forMJ è con un simile pensiero in menle <'he Le– roux scriue: « Se la democra:ia non è una religione ogni rivolu:ione demoera1io1 è un delilto », Lo &lesso Leroux gii accu– sava Smi1'1 e .i suoi discepoli di « ro1111>ere le, realtà in troppi /rammenti». Miel,elet,

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