Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

so di conoscenze particolari sulla vita come (enomeno d'osservazione oggeuivo. Si tralla di un aumento sempre crescente degli aspelti este– riori della vita degli altri. Ma la scienza non ha mai dato nessuna ri– sposta sul significato, sul valore, e sulla ragione della vita stessa. E per ques10 che ogni (< spiegazione scien– tifica 1> non è mai giunta a canceUa– re il fenomeno della religione. Mi 1>are che da questo lato non abbia mai fa110 1)rogressi seri. Alberi Camus ha ben 1>rospe11ato questa situazione scrivendo nel suo (( Mito di Sisifo )> che il solo 1>ro– blema scrio della filosofia è il suici– dio. La questione della filosofia non IHIÒ essere che questa: « Le, mia vi– tti tmle lr, pell<t di, essere vissutfl »? L'esis1enzialismo non dà una rispo– sta a questa domanda clte è la sua 1>rinw cd unica domanda. Il profon– do pessimismo di questa filosofia con– siste nel fallo che essa non conosce la ris1>osta alla domanda che giudi– ca In sola vera e che si rende conto che non c'è una risposta filosofica 1•ossibilc. Come l'esistemm potreb– hf" trovare una giustificazione di se stcs:;a in un mondo esteriore se tut– to <111estomorulo, così dello oggetti– vo, non ha significato che in rela– zione all'esistenza stessa? Non stll al mondo di dltre Wlll rugione 11/ltt mia viflt. Toccherebbe, invece, ,, me cforc ww rngio11e ul monc/o. il1lldove premierei 11lloru fo rugione delllt mfo esis1e11::;a? Giunio a questo punto il pensiero filosofico è arrivato al suo limite estremo. L'io è impenetrabi. le per la ragione ciac ne è la sor– gente stessa. « All'io, all'unico, si sprofonda il regno del pensiero » ha detto .Max 5H8 Stirner. Ed è <1nesta l'ultima parola d'un razionalista scrio e logico fino alla fine. L'ultima parola di S1irner è la prima di Tolstoi, non di Tolstoi ar– tista, ma di Tolstoi filosofo cd anar– chico. Verso i trent'anni <1uesta scoperta lo sprofonda in un abisso di dispe• razione. Come romanziere celebre in tutto il mondo, egli aveva trovato sodisfozione nella creazione artistica. Come r>ensatore filosofico aveva tro– vato delle verità sociali e pcdagogi. che. Ma dopo di aver assistito al.la morte di suo fratello, gli pareva che tutta la sua attivilà non ~li avesse insegnuto niente di essenziale. A clw serve descrivere fo vitll così comf>1•ss<t è, se quest<t vita è cattivll f• Sf>t1:11 spenm::.e? Percliè cerc(lre la Vltriuì, se questa verità è tnribile? Si oss<>nm, si imptira, si crede <li. S(I• pen• per giungere, infine 1,chiedersi, come il rra1ello nel momento della morie: CJ,,, cosu su, fJer accadere? Questa imposlazionc del 1>roblema che si 1ro,•a nella 1( confessione » di Tolstoi, (' il 1>111110 di partenza del pensiero 1•ropriame111e dello tols10- iano. Non si lralla di sem1)lici specula– zioni metafisiche, si lratta di una disperazione reale e del tutto perso– nale. Tolstoi, in qucs1'epoca del.la su.t vita, camruina rasentando il sui– cidio. Lii mill vit1t v,ile h, peno di essere vissut<t? Qwdc è lo rugione della mii, esiste11z,1? Tolstoi esamina il problema con un vero delirio di ragionamen1i. Lo esamina sotto tul– ti gli aspclli per arrivare ogni vol– ta ad una c:onclusione negativa. Le scienze naturali, egli conclude,

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