Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

puO pen-.are. l'hc ~ia prati<·abilc per cia-cuno cli noi? V'è (pialcuno che in ciualche po.Ho ha tentato altro? .-\nch1• per <111e.s10 noi pensiamo du:· ::-e ei ,•uole portare: a 1·onclusio– llf' il diba11i10 di Ancona, hieogna a– \'t'r <·oraggio di rifiutare i mattoni i– dt"-ologici, bisogna non llerclere tem- 1,0 a discutere di ismi, bisogna af– fronlare la reuhìt, in lermini di Vi- ht concreta. in tenuini di esperien– za CfUOtidiana. Forse cosi rnrrà fuori t11Ht qualclic proposta praticabile. 1\ltrimenti, tutto rimarrà un ,•11110 armeggiare di parole. La soddisfa– zione di a\'f'r votata una belJa mo– zione dari, per un giorno la pace dell'animo, ma il giorno successivo ricominceranno j tormentosi dubbi <·he ciusc,lno di noi soffre, cl1ieden– ilosi: che costi posso fare? NA UTILE RIPETIZIONE• Noi non vccliamo moti,vo alcu- 1io di discussio11i i.deologiclte. Ve– diamo solo argome,,,i pratici: la t·alu1azio11e dei nostri mezzi., la de/ìuizione delle iuiziati,ve possi– bili. gli acconli JJer sn'fo1,parle iusieme in quanto convenga. Ecl a que~,o ciascuno che intenda ve– nire al Co11gresso dovrebbe pre• 1x.1rarsiprima di partire dalla sua sede. Solo se al Congresso si por• ler<ì In 11ozio11e cli.quello che si ri• tiene fattibile /ocabnente sar<Ì JJOSsibileJX.lrlcrrecli coordinazio– ne del lar:oro comuue. li i\'loi;ime11to ristagna /Jerchè 11oi - cic1sc1mo d,: noi - non 'jaccillluo abbastanza. La trOJ>poscarsa parteci1xrzio• 11e nostra agli. even1.i locali, pri– ma di tulio, è a nostro avviso la ra1tio11ever cui molti giovani. 11011 1·euf!<>r10 a noi pur avendone mol• to desiderio. CJ,"iedono di fare, non di ,fi:~clllere. Sanno che solo chi non rie$ce a far 11111/a perde • v, l'olmu,i. \'. 8. 510 il suo tempo prete11de11do di in• seguare agli altri come far me• gli.o. Vogliono da uoi iniziative coucrete, proporzionate ai mezzi di cui diswmiamo, 11011 discussio– ,,; bizantine o teoriche o la soli– ,tc, critica xeuerica. Bisogne, <rccorgersiche discute• re tra 11oi 11011 è (( /<ire >). Biso• g,w affrontare i conta11i con gli altri: fermi nel rifiutare ogni spe. ra11:a di iulesa con i Partiti. ve• <fendo chiaro come sfono illuso• rie le parole di Terzi Fronti o di Terze Forze. ma decisi a lavora• re insieme ai nostri vicini per O· gni attivit<i che implichi. resisJen– za o rivolta di fronte, ai Poteri i1111,era11ti. Ecco quindi, l'argomeuto cen– trale del Congresso: che cosa si è sperimentato possibile di fare nelle sin~ole località? che cosa poss.iamo fare tuni insieme. en• tro i limiti delle nostre dispo~ihi• lità di tempo e di denaro, se met– tiamo in opera ,laV\·ero la nostra volontà? G. B, e C. z.

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