Volontà - anno VI - n.8 - 15 agosto 1952

UTOPIA E DA UN GIOVEOI' ALL'ALTRO, abbracciando due date assai sim– boliche come queUa del 25 aprile - e il fallimento della Liberazione ci J>Ortava ad approdare su queste ri– ve - e del 1° Maggio - diventata una scampagnata o una parata mili– tare, deprecabili risultati del rifor– mismo e del falso rivoluzionarismo autoritario - siamo stat.i a Bellano, sul lago di Como, in venti compresi j direttori, 1>erun Corso c<>n residen– :u sul « 1>roblema della educazione degli adulti ». La collina precipita erta, verde e bianca di case, di 1>aesi, di chiese; il lago lambisce la strada e in lon– tananza ondeggia sotto le montagne ancora nevose. Dal nostro albergo si sente rumoreggiare un canale da cui trae la forza un grosso e cupo coto– nificio: lavorano a turni, là dentro, e all'alba risuona per le strade il passo delle operaie; all'alba e alle dieci di sera, quando tace iJ fracas– so degli automezzi diretti a St. Mo. ritz o a Milano. Noi partecipanti, scolari a dire il vero, siamo diciasseue; sedici dopo 2 giorni perchè uno non regge alla atmosfera di serra in cui viviamo. Quattro donne - una sposata, tre nubili; tredici uomini, fra 1 22 e i 40 anni con una media di anni 29, di cui cinque s1>osatie con figli. Due giornalisti, tre assistenti sociali, cin– que insegnanti, due dipendenti dal– l'ufficio studi della Banca Commer– ciale, tre studenti, un impiegato al– i' Azienda Tranviaria Milanese, UD censore del Beccaria (quello che se 464 REALTÀ ne andrà). Diverse le regioni di na– scita, ma comune a quasi tutti la re– sidenza in Milano (c'è due vicenti– ni, una genovese, io da Ivrea, un comasco). E comune, per (o piia, l'origine politica: in maggioranza ex P. d'A. Inoltre due neo-anarchici (si può di– re così?), una simpatizzante per Cucchi e Magnani, due P.S.0.1. (della sinistra di Greppi e Codigno– la), uno che è appena entrato nel P.C.I. e uno che ne è appena uscito. Quasi tutti vorrebbero che rina– scesse il P.S.I.U.P .... tutti s1>erano che il la,•oro sociale ridia senso alla loro vita, Ma che cosa ,e questo sociale? Sociologia? no, essa è pura de– scriui,•ità. n ramo della filosofia, come l'etica? oppure la vera e con– creta « filosofia della pratica » che, superato l'idealismo ed il materiali– smo storico, si estrinseca in una atti– vità dichiaratamente non politic.a: una attività fine-e-mezzo, mai au• toritaria e mai passibile di sclerosi gerarchiche, di ossificazioni burocra– tiche? In realtà la gran parte dei pre– senti vede nella attività sociale una prepolitica: « c'è una tale situazione in Italia >i, pensano « che soltanto dopo una lunga seminagione educa– zionista diventerà possibile il gioco - nel senso buono di attività senza secondi fini - della politica demo– cratica ». Quello che noi siamo qui a imparare è UD metodo, il metodo della discussione che sviluppa il sen-

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