Volontà - anno VI - n.8 - 15 agosto 1952

Ma se i Gruppi volevano lavorare, potenmo intcll(lcrsi unch<' col solo nu. -silio di Ugo, ed nnche senza <1ueH'ausilio. Il giornale settimanaJe ( Ul\1) è C03i desolatamente inespressivo, cosi ~mpre nella luna, cd è un altro fatto ~1liacevole. ~la gli ahri a,·c,•ano ,·ia libera 1•er cercare di for meglio, se lo volevano. la rivista (V) non è come noi stessi la vorremmo, anche <1ucsto è da lumentarc: ma lamentare non serve, occorrono piì1 collaborn1.ioni, sia. fi. nanziarie che organizzati,·e c.he redazionali, se si vuole che migliori. Il C.V. P. ha presa la batosta che sap1liamo, ed è somma1uente grave per molti aspetti. Ma anche qui non è il Movimento che è 111ancato, si è a,,uta la defezione di un compagno e la scarsa attività degli altri che do– nnmo collaborare con lui. Nella città A o nel villaggio B i gruppi sono di fn110 isolati, si riuni– scono solo per (< discussioni interne », non hanno contatti con nessuno che non sia anarchico qua.si temessero di contagiarsi: 111a il difetto è locale, non già dell'insieme del Movimento - e dilatti nella città C o nel villaggio D .altri militanti piì1 volenterosi fan sentire la presenza degli :marehici in tulle le <1uestioni di cui la gente parla, per cui la gente dovrebbe preoccuparsi e agitarsi. Jn.,0111111:1: il Movimento rislaf:"tla perchè noi - ciascuno di noi - non facciamo abbastanza. La troppo scarsa partecipazione nostra agli eventi locali, prima di tnllo . .è a nostro av,•iso la ragione per cui molti gio,•ani non vengono a noi pur 1wendone rnolto desiderio. Chiedono di (are, non di discutere. Sanno che solo ehi non riesce a for nulla perde il suo tempo pretendendo di in.se – g1rnre agli altri conte far meglio. Vogliono da noi iniziative concrete, pro– porzionate ai mezzi di cui disponiamo, non discussioni bizantine o teori. che o la solita critica generica. Bisogna accorgersi che discutere tra noi non è « fare ». Bisogna af, !rontare i contatti con gli altri: fermi nel rifiutare ogni speranzu di intesa con i Partiti, vedendo (•hiaro come siano illusorie Je parole di Terzi Fronti o di Ter,.e Forze, ma decisi a lavorare insieme ai nostri vicini per ogni at• 11\·ità che implichi resistenza o rivolta di fronte ai Poteri imperanti. Ecco quintli l'argomento centrale del Congresso: clie cosa si è speri• meutato possibile di fare nelle singole località? clie cosa po~siamo fare tulli, insieme, entro i limiti delle nostre <lisponibilità di t.cmpo e cli denaro, se mettiamo in opera davvero la nostra volontà? e) - Ma clii dunque dovrebbe convocarlo, <Jucsto Congresso? Ci pare che a quest.a domanda non sia possibile dare alLro che una ola risposta. La C. di C. della FAI s'è ridotla ad Ugo Fedeli. Tutti ab– biamo fiducia in Ugo Fedeli. Gli nlLri cx membri della C. di C. è inutile che si facciano ora avanti con la loro « carica», che non esiste pili poi– chè 0011 ,,i hanno lavorato. Quindi, diremo noi: Ugo Fedeli senta, 1ia dai giornali sia dalle lettere dei Gru1,pi e dei singoli, i suggerimenti che da ,•arie parti si :wanzano circa la località e l'eJ)OCa, e poi dirami im•iti 3 439

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