Volontà - anno VI - n.7 - 30 giugno 1952

I momenti non erano propizi alle sc1ss1oni clamorose. Era d'uopo combattere nel seno stesso del movimento per poter riprendere la buo– na ,,ia. Molti militanti delJa F.A.I. si ritirarono dalla nuova organizzazione. influenze degli uni o degli altri perchè una delle opinioni si affermasse in certe località. In altre esistevano due Cederazioni locali, una di gruppi e l'altra di aggruppamenti. Ciò che complica,,a la situazione era che clementi. dell'una o dell'altra frazione ave\'ano "incarichi rappresentati\'i in organismi misti, alcw1i di tipo parastatale; che non pochi avevano manifestato una vera 1mssione per l'uniforme e le prebende militari; e che due dei ministri ,h•lltt nuo,·a sfornata erano stati uomini di primo piano della F.A.I. Organiziooe della F.A.I. in esilio. In Esilio esiste un tipo solo di organizzazione: quello che la F.A.I. adottò alle sue origini. Si respinse Cermamente l'idea di un ritorno alla par1eci1>azione a incarichi pubblici o governativi e si condann1) come erro– nea la posizione assunta in Spagna durante il periodo di convulsione. Attualmente una Commissione Intercontinentale di Relazioni in Esilio mantiene i contatti tra i nuclei e Je regioni. Ma· in tutti esiste, come base organica, i.I gruppo di affinità e come dichiarazione ferma l'azione anti– .statale anticollaborazionista di contenuto prettamente libertario e anar– chico. Ciò è stato riaffermato in tutti i comizi importanti tenutisi in esilio dai gruppi anarchici. Dapprincipio, gli elementi partigiani dell'azione « con1jngentc >1 si astennero dal partecipare :ti gruppi d'esilio. Non ci fu discussione su questo atteggiamento, nè minaccia di scissione. [n esilio, soprlltlutto in certi paesi, le attività dei gruppi della F.A.1. .sono strettamente limitate, per cause indipendenti dalla loro volontà. Più che altro collaborano con l'insieme del mo,•imento nell'azione antifranchi– sta e nella riorganizzazione delJa F.A.I. all'interno della Spagna, costi– tuendovi un Comitato Peninsulare Provvisorio e stabilendo contatti con i grup1li ivi esistenti. Le altre attività sono volontarie e soggette a condizioni varie. In certi luoghi sono costrette alla clandestinità. I mil_itimt.i svolgono attività do– vute a iniziative personali, senza mai perdere di vista il necessario lavoro organico fra di loro. I gruppi prima di tutto, cercano di conservare il calore dell'entusiasmo nell'insieme dei militanti. E la loro maggiore preoc– cupazione è di far fronte ad ogni sintomo di riformismo che si possa presentare iu seno al Movimento Libertario. (C0,11 i 1Ulll I A. lLDEl-'ONSO 413

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