Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

a) <<dal momento che esce daJ le piccole città il po1erc diventa auto– nomo rispetto al popolo)); b) ccsolo lo Stato centrale è una realti1 politi– ca oggi, pcrchè lui solo possiede i mezzi militari». E noi contrapponiamo: .1) E' esatto che gli Stati evolvono sempre pìl1 rapidamente verso una struttura gerarchizzata, militarizzata (è questa la indicazione pili acuta del libro dell'Aron, da metter a con– fronto - e ci pare ne esca con van– taggio - con la teoria manageriali– sta del Burnham), ma non è cerLa– meute esasperando codesta tendenza che se ne O\'\'iano i mali. E' neces– sario, piuttosto, riportare il potere in mano al popolo; e le necessità tecniche dei moderni modi di pro– duzione e distribuzione aiutano a questo fine ben più dej formalismi elettoralistici e delJe << rivoluziona– rie )) conquiste del potere. 2) E' vero che le piccole o medie nazioni non possono pili condurre da sole la guerra moderna dato i costi dei mezzi militari (300 milioni di dollari una divisione blindata; 2 mi– liardi di franchi un bombardiere pc. Sante; 40.000 ore di lavoro per un caccia), ma proprio l'ultima guerra ha riportalo all'onore della storia la lotta partigiana, la guerriglia che rappresenta - come già in Spagna ai tempi di Napoleone, o nelle ter– rf' invase dai romani - la vittoria del decentramento, de] singolo, del– l'uomo insomma sulle macchine (e gli eserciti, allora e oggi, pare,•ano macchine invincibili). Del res10 l'equivoco in cui si di– balle lo Aron emerge chiaramente dalla critica serrata che egli Sl'olge conlro il Welfare State, contro il di– rigismo che preoccupandosi di dare lavoro ai disoccuJ)ati disintegra il si– s1ema liberista europeo; o ne] suo ammetlere a contragenio che l'eco– nomia di mercato non riesce più a far fronte alla richiesta di piena oc– cupazione che sale dalle masse, le quali ((approfittano>> del regime di <lemocrazia politjca creato dalla bor– ghesia (siamo in mala fede se quel– l'(( approfittano>> ha ai nostri orec– chi un suono stranamente fomiglia– rc?). Codesti problemi prettamente so– ciali, non politici, sono sfigurati in lui dalla impostazione rea]islica rhe si dà aria d'assumere e che gli im– pedisce di capire il significato delle lotte sorialiste non-autoritarie (quel– le della I Internazionale, a esempio; e delle organizzazioni sindacaliste prima che la Ili Internazionale le devirilizzasse), Parlerà quindi di<< fi– ne clcl mito socialista>> nell'era dei socialismi nazionali quali emergono in Germania nel 1917 (allorchè il .Piano Hindemburg chiese la collabo– razione dei sindacalisti ali' estremo sforzo belJieo delJo Stato tedesco), e in Lutlo il mondo nel 1939, senza <e realizzare)) che codesto socia]ismo è il travestimento imposto alla lotta dei lavoratori dal marxismo che vol– le astutamente agire e finì impania– to, abbracciato con mi1le catene al proprio avversario così da non poter– lo più uccidere senza condannare a morte se stesso. E' esatto che Je « nazionalizzazio– ni )) portano diritto filato allo S1ato totalitario. Ma quando si deridono gli inlelletLuali che farneticano d'a– bolire ]a proprietà privata, o si a[– fcrma perentoriamente che le « so– cializzazioni)) sono un'utopia si ri– cade, bon gré mal gré, in brac<:io a un Governo o Stato il quale in vista 255

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