Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

servizio della cooperativa, non di– scutono i bilanci, nelle assemblee annuali, senlono che Ja cooperati,•a è loro, ma non riescono a sbroglia– re la complicata matassa dei rappor– ti tra l'individuo e il collettivo, il collettivo e la cooperativa, la coope– rali va con la Federazione e il par– tito. Comunità, abolizione del sala– rio, ognuno dà quel che può e pren– de ciò di cui abbisogna, la fusione della cooperativa e del collettivo, sono tulle belle cose, ma quando le a!::itazioni sono ordinate dall'alto, (J;iando tutto è così legato e chiuso, come fare? Ultimamente è successo che nell'a– gitazione per ridurre la (JUOta di comparlecjJ)azione alle spese di con– duzione (ridotta poi al 23%, per i braccianti, contro un 40% soltanto ilei prodoui), dall'alto è venuto l'or– dine di non trebbiare nemmeno il grano delle cooperative, cioè il gra– no dei braccianl i. Perehè? perchè temevano che i braccianti, chiamati a trebbiare altrove non scorgessero la differenza e lavorassero sull'aia dei privati per non perdere 1c ore (sono pagale a salario sia le une che le, allrc), ecco il guaio. O'ahra parte la situazione econo– mica è cri1ica; le cooperative sono in catti\Pc ac(JUe, le cooperative edi– li falliscono perchè lo stato non pa– ~a o rimanda i pagamenti, ]e coope– rative vinicole e di consumo gli hau– no Calto dei prestili e perciò gli ten– gono dietro. C'è ancora t.erra da la– vorare, ma bisognerebbe occuparla e le cooperative non possono, è una H:r.ione illrgale. E' evidrnle che sotto tutte queste storie ~ relazioni Ira <'olleuivi e co. operative, utili, organizzazione del collettivo, compartecipazione, sala• rio a tariffa ecc. - esistono dei gros– si problemi, che ne forniscono la chiave. A prima vista (e un esame piì1 approfondito definirebbe meglio contorni e addenteUati), essi appaio– no essere: distribuzione della terra, aumento della manodopera, rappor– ti agricoltura-industria. I braccianti vedono con paura lo spezzettamento dei grossi appezza– menti; è la loro terra che se ne va in piccoli lotti, e man mano che lo smembramento procede, diminuisce il lavoro a compartecipazione, di– minuisce la capacità di manovra del collettivo, si torna gradatamente al mercato delle braccia, perchè un giorno la pressione renderà impossi– bile di rispettare i turni; ]a lotta si sposta tra bracciante mezzadro ed è lotta penosa, tra lavoratori. Il carattere prettamente politico di questo sbocconcellamento sta nel Catto che economicamente esso è re– trogrado. La produzione intensiva, per picco I i lotti, risponde special– mente al concetto di mercato a con– correnza, frantuma cioè ogni possi– bilità di pianificazione della produ– zionP, e si attiene all'interesse del produttore (esoso, spesso, e gretto) pili che a quello delJa massa dei con– sumatori; è- una produzione irrazio– nale, and1e se la concentrazione del lavoro iu zone ristrette può far sem– brare il contrario, perchè o richie– de pili uomini e mezzi di quanto sia necessario, oppure impone al mez– zadro un Javoro massacrante; infine riproduce la mentalitì, tipica del contadino che accumula il denaro per allargare la piccola proprietà e sottrae così ricchezza al giro gene– rale dell'economia. E qui le braccia aumentano, con- 249

RkJQdWJsaXNoZXIy