Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

tuiti, e co::.Ì pure il (lirigentc provinciale dei sindat·ati, Iantoccjo autoriz– zato da Franco. Sopratutto ricordiamo che le sanzioni prl'SC in occasione della rivolta catalana dovettero essere tolte, e gli scioperanti ottennero di essere pagati mediante ore supplementari. C'è in questo un fatto nuovo che non sarà mai tJ"O(}j)Omeditalo. ~on e.i può ,,edervi che una grande incrinatura di tulio l'insieme della struttura dittatoriale. Si può ammazzare e avvilire tutto ciò che può essere avvilito, si può brandire di volta in volta il crocefisso e il mitra, affamare un popolo e privarlo di ciò che rimane di comunità uma,ia, ma non perciò si riesce a cancellare l'anima di questo popolo, così com'cssa si è incarnata durante la mia infanzia nella persona di Francisco Ferrer e <1ualc si è ritemprata nel valore leggendario della C.N.T. e della F.A.J. Alcune, tra le cause immediate dei moti di Barcellona, sono state individuale senza fatica. Paul Parisot, in Preuves, insiste sulla miseria delle masse, sull'asfissia economica della Spagna, Il Fomento de la producion, secondo organo economico spagnolo (e del padronato catalano) riconosceva nei novembre 1950 che l'operaio cata– lano per nulrirsi aveva bisogno del )41 1/2 per cenlo del i-uo salario. Il corrispondf'ntc di Uniteci Press <t Parigi segnalava, nell'ultima selli• mana di dicembre, un aumento del 30 per cento sui prodoLti <li prima ne– f'f's;;;ità, come il !}•me, lo zucchero e .le uova. A queslo, egli diceva, si ag– ;,?:iunge l'esodo in massa delle campagne ,•crso le città, particolarmente verso Barcellona, esodo che aumenta la miseria nella cillà dove regna rli già la disoccupazione e fH0\'0ca una diminuzione di terra coltivata. Queste considerazioni. in realtà davvero essenziali, hanno un solo difetto: lasciano da parte quella fiamma oscura, specifica df'I genio spa– gnuolo che, tramite Goya si 1'. lr~1smessa, senza diminuzioni, dal Ccrvanlc:: di Sumanzia a Federico Carcia Loca. È quesla fiamma che mi commuove sempre di ritrovare llf'!.di occhi dei nostri compagni spagnuoli in esilio, incontrati qui o nel mondo. Ci sono stati grandi navigatori nella loro storia cd io sono l)Cr::ouaso clw essi raggilm• geranno il punto verso il quale non hanno mai cessato di dirigersi, nono– stante tulti i venli contrari. Non dimen1ichiamolo: il mostro che, per ora, ci 1iene ancora in ~uo potere si i· fallo gli artigli iu Spagna. È là C'hc ha incominC'iato a fare frut– tare i suoi veleni: la menzogna, la demoralizzazione, la soppressione. È là l'he, per la 1)J"ima volla, ha fallo luccicare le canne dei fucili al mattino presto e le sue camere di tortura al calar d"lla nol1e. Gli Hitler, i Musso– lini, gli Stalin hanno avuto là i loro laboratori ;;perimenlali, ]a loro scuola di lavori pra1ici. I forni crematori, le miniere di sale, le scale sdrucciole– \Oli della ~.K.V.D., l'estendersi a 1mrdila d'occhio dei campi di concen– tramento, sono stati omologali a partir!' di là. È dalla Spagna che parte il dissanguamento che testimonia di una forita che può essere mortalf' per 238

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