Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952

diuenso. Al!re (vedi la rievocazione di Gramsci, Kritla da colui che se rl>56& vii• suto lo avrebbe fatto probabilmente espel– lere come tradilorc, cd ora che è morto lo ricorda con accenti di sincera commo• zionc) fanno divagare in piani d'idee auai più amJ>i della Sardegna. Al1re ancora (tra rui i saggi lcllerari, della leueratura colta e di quella J>OJ)olare)trasportano i11vece a ripcnsnmcr11i della esJ>erienza quotidiana - ed una pagina tanto triste e vera ripub– blichiamo i11 Ant,ol~ia. Tutto aiuterà a 6<:Uotere la pigra routine del vfrere ocgi in Italia un ,giorno dopo l'altro t1n giorno peggio dell'allro. Aiute• ra • sentire che è inde.gno limi1arsi a dire ohibò ai ll)reti r06Si e neri, forà ,emtire che avremmo tulti :lffai più da fare. OU.111100 LA STORIAM.IICIN.11 La Foresta roAAa Ed., Novara, 19512. z. Un libro ancora di racconto dell'esilio: i 15 anni che l'A. visse a Parigi ed a Dru– iccllcs (lopo la sua evasione dalle 1•rigioni fascisle. Esso comincia con vivi achiui della S11agna nel gennaio 1937, e con vivi schizzi seguila - mos1rando la vita dei foorusci1i, di cui l'A. moslra senza Veli e il bene e il male. Figure alte 11asganonel libro, cosi, accan. 10 a figure deteriori: l'azione poli1ica con• fusa 1lclln Concentrazione accan10 alle h1i• :tintive di JJicroli gruppi (Dc Bosis e De Ro• sa e DaAAancsi); l'insidia conlinua delle spie dell'Ovra e deg1i agenti (asci.ui , che con i vari Menapace Finzi De Daeta ernn riu• sci1i a seminare il caos tra gli antifaseisli, ed un indistinto serpeggiare di so~pelli re• ciproci tale che Pavan non trovò ahra U• scita che uccidere la spia Savorelli per di– mostrare che aveva le mani nelle; e le espulsioni in catena; e tutta insomma quel– la vita, che l'A. rievoca con camlore e con molta evidenza - una vita che non ri• ~plendeva mai di grandi luci esteriori, ma che richiedeva in chi perseverava nel vi• verla la costanza di grandi forze morali (e ~ casi non sono stati pochi di chi, v. ad es. Giannini, ad un certo punto non resistette oltre alle sue esigenze di dirit– tura e passò a Mussolini per mangiare più sicuro, ma non certo più tramzuillo). Lo d'ondo di questo quadro è costruito con boueui della vitB del JJOpolo spa– gnuolo, francese e belga, con la descri– zione d'una visita dell'A. alle miniere di carbone nel Belgio, con momcnli cd epi– sodi della guerra e della disfatta belga e francese del 1940, nella quale scompariva• no le altre miserie grandi e piccine e ve– niva in primo piano la lragedia di popoli interi. La narrazione dell'A. 1>olrcbbe essere, com'egli SICS!O dice, « la SlOria di varie migliaia di italiani che fra il 1924 ed il 1928 abbandonarono il paese per andare ili Miro per il mondo a fare il fuorwci– w »: ed è storia ohbieuiva, senza esalta– zione . nemmeno per gli uomini migliori (per quanto ad es. Je figure di Battistelli, di De Rosa, di Berneri vi ahbiano uno sponlaneo risalto}, e senza giudizi partigia– ni da sapiente-di-poi sui vari Partiti e mo• vimenli in cui i fuorusciti cercavano di la– vorare insieme, se anche talora il giudi– zio vi si. costruisca ptr un lellore intelli– genle. (Vedi ad es. la acuta diagnosi della « carriera » del politico professionale che sealurisce dal discorso sulla vita di Spaak, l'avvoca10 belga porlato in 11rima fila dal– la sua diresa di De Rosa atlenlatore a Um– !Jcr10, il quale <( era il CttfJOriconosciuto· della giovane sinistra)) del Parlito sociali– sta belga, e venne devirilizzato dalla bor• ghcsia inteUigente del suo paese faccnJolo andare al potere: allora il suo estremìsmo– si fuse come neve al sole, e senza compli– cazioni, poichè « la coscien:a lrOt'a facil– mente le attenuanti e /e giusu"/icazioni ed assolve: non per me ma p(!r U bene dei lavoratori e del popolo •.. »). Le pagine più commoue del libro, ed a nostro giudizio le 11iù belle, sono quelle cli S1•agna. Su di esse varrebbe 1a 1•ena di soffermarsi, anche per un J)OCO di po– lemica. Ma prcreriamo invece es1rnrne, a conclusione di questa segnalazione, la viva 223'

RkJQdWJsaXNoZXIy