Volontà - anno VI - n.2-3 - 15 gennaio 1952

dimoslrìamo. reali,,ticanlf'nle, che qualsiasi c-crcizio di autorità e ('Ontro– proclncenle rispello agli scopi stessi che afferma di sen 1 ire. Nulla di buono :,i coslrui:,ce mai per le \'ic delfaulorità, anzi ,,empre si co',lrui,we fjual,·o"a che è nocivo dal punto di vista (realistico) ddl'uma• nitì1 d1c i- in noi: anche <1u.rndo dnl punlo di \'ista (ntopisli<'o) d<•i nmneri e simili pare che :,i abbiano gros~i stu.·1·,•,.si l' i;rossi 1·011sl·nsi. f: c.·hiaro, ci pare, <·he l'impo,,izionc di autoritit (mctlianlt· i poteri ed il Poterr) f" specjficamente rc;;;ponsabilc del trattenersi secolare dell'uma– nità i,ullc ,,oglic della i.uu propria oloria. Tutte le ba3SC passioni residuate in noi tlalla be:.tia del nostro passato organico son esse che all'aulorità giU\ ano, di esse soltanto l'aulorità si scr\'e, cd esse- conserva e perpetua, rendendo (finora) vani gli -.forzi dei grandi ,,,1iriti che in tutti i IPmpi e fHlf"Sise nt' son lìhcrali etl hanno cercato di liberarsene. In tutto ciù si esprime, ci pare, l'essenziale dcll'attcggi:11n1!11lo anar– t·hico. rhe i- (a difTerPnza dell'atteggiamento cri;;tiano o socialista) di fi. duc:ia non in una umanità astratta ma proprio negli uomini c·onsid("rali rl"ali;,1i,·amentP, come persorw o gruppi di l)ersone. Ma non 1oignifica af– follo che izli anarehici si rifiutino ai dolci vinroli degli afT,•tti. che lrgano ai genitori ed ai figli, all'amico similf" a noi, alla persona amata che ci ama. nl maestro veneralo, ln quei vincoli non c'è dipendenza: essi sor– gono dal di-dentro-di-nw, non ci vengono im(lOSti eome necessari da nor• nw esterne, in essi ognuno di noi esprime una S('f"lta volontaria, ~ono in fondo un allo di libertà. Tanto che il genitore od il figlio che \'oglion ,·omandare, l'amico che vuole imporsi. la donna (o l'uomo) che fa leva -.ull'amore per a1o,-ervire, il maestro eht' pretende d'essere seguito cicca. menle, rosi offendendo la nostra libertà otlengono ipso-fu,,10 di determi– nare la no1otra ri\'olta. Insomma; il rapporto tra (< autorit:l » cd (< anarchismo >1 i'• proprio delln S!Pssn specie del rap11orto trn il hian<'o ed il nero. Si eiwludono a vic,,,ula: non ,,'è ,wsstlll sofisma che po.s~,, c_-onciliarli. Pur <H'('tttlf' anche Ira noi (1>oirhè la vita umana è sempre complicala di ronlrari) che un certo pizzico di auloriti, si 6nisca talvolta purtroppo ad ammetlerlo. Ma ei ha allora coscienza d'un errore. Lo si accetta ma nello stesso tempo lo ,11i combatte - <'om'è proprio dell'agire umano. Mai si tollera che l'au– lorit(t di\'enti coMituitn. ,·he si legillimi in poteri permanenti. E questo è ci() dtf' importa. Perciò quan<lo si usn (come ha fnuo Ualdelli) la f)arola « autorità n in .::cnso diverso dn quello cli anti-libcr1ì1, f' di aut.i.umanità, difficilmente si può restare su uu piano di pensiero anarchico. E perciò non ci l)ar più necessario rilevare gli nrori deri,·:mti dall'errore Cf"nlralc nel discorso di B.. culminanti nell'asserzione che « dol)(• non c'è autorità (s1>irituale) nes• su11 ostacolo puù essere opposi.o all'imperialismo del potere ». Come se non fosse ovvio che il Potere deriva dai poi.eri. ed i poteri hanno per base il tollerare Ja costituzione dPlle <·o.::i,lette 1< autoritì1 spirituali » dc•I padre. del maestro. ec1·. c. z. 141

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