Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951

rivata, con cin<1ue bauli grossi cosi, con degli ori che nemmeno la mo– glie del sindaco li ha, e con le mani bucale. A Verdelago per più giorni non si parlò che della nuova villeggiank. 11 signor Tardi, l'orefice, fu intervistato e dovette Care una stima, ad oc– i·hio e croce, dell'oro dell'americana. La chiamavano così per gli ori e le mance generose, fin dai primi giorni, ma ora c'era una ragione di più: il postino aveva sempre raccomandale per la signora coi bolli dell'America. Da dove veniva? Chi era? Era la spina delJa padrona del « Belvedere )) il non essere informata sul conto della signora. Cercava di scandagliare, ma la signora non si raccva tirar gil1 le calze. E le amiche dicevano: - È proprio un mistero. Ed una, :mzi, le ave, 1 n dello, con voce acre: - Ciascuno fa quel che vuole, ma io, una donna che non so çhi sia, in casa mia non ce la terrei. 1 commenti e le supposizioni crescevano di giorno in giorno. La si– gnora Olga, il nome almeno lo sapevano!, cm diventata un argomento indispensabile, come la questione della luce elettrica che il sindaco pro– mette sempre e non mette mai. Un giorno, una notizia impressionante mise la signora Olga sulla bocca di lutti. Don Vincenti era andnto a chiederle l'obolo per la erigenda chiesa a San Teodoro, protettore del paese, ed aveva avuto mille lire. MilJe lire! Nessun signore del paese era mai giunto a tanlo. Nemmeno per il monu• mento ai caduti; e si che allora, !)Cr via del deputalo c•hc se ne inlncs– J:.a\'a, c'ern da avere la croce da ca\'aliere. Tanta gencrosit:, ru uno scand.110. r barbassori del paese ne furono indignati. Quellu vf'cd1ia pazza credeva di Care la regina Tnitl1 u Verdc– lago. Bella forza dar mille lire quando si ricevono i dollari dall'America! E chissi:1 da dove venivano <1uci soldi. Era l'ora che il brigadiere si in– tcrcssas8" dclln cosn, invece di andare pei campi ad insidiare le ,•edorn di guerra~ • Anel1e il sindaco attinse a (1uclla borsa inas11ettata. E anche a lui mille lire, per l'ospedale. Questa volta i barbassori sputarono veleno, ul caffè, al circolo, in farmacia. Alcuni presero la tlifosa clella « filantro1>essa » e il dottor Berli, capo dei llrogrcssisti, affermò che bisognava finirla di « menar scalpore >1 pl'r la ;:::cnerositì, di una vt"cchia, anzi ,·cneranda signorn, e che tutti i \'Crdelaghesi finivano per far la figura la pili provinciale. Ma gli il1umi- 1rnti erano in minoranza e la cosa finì con l'inten'ento del brigadiere, il quale si tro,'Ò un po' impacciato a trattare con una signora eapàee di re– ;?alare mille lire come so fossero cioccolatini. 11 risultato del colloquio fu che il brigadiere uscì dal salotto della pensione e< Belvedere» con in corpo cinque bicchierini di nocino e la llersuasionc che quella signora era la ,·eclova di un maggiore morto nella guerra eritrea. Ave,•a visto perfino il ri1rat10: baffoni all'Umberto, elmo bianco e bandoliera. La tp1estione si complicò. Si formarono due partiti. Quello di coloro ◄:hc direvano: - Ci vogliono proprio dei maligni ed imbecilli 1>er scre- 44

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