Volontà - anno V - n.9 - 1 giugno 1951

competenza. Ma con jJ suo insieme, che J>UÒ intendersi in termini di senso comune, egli ilJumina Ja affermazione anarchica della << piena libertà », inte!ja non solo co– me libertà morale (sul piano puramente p:;ichico} nè soltanto come libertà d'azio• ne (sul piano puramente somatico), non eoufinata nel dominio dell'individuale nè n·,1lizza1a esclusivamente nel dominio del !<IO('iale,ma davvero integrale - e ritro– ,-·,mtesi radicalmente in quella « economia sessuale)> che esprimerebbe il tutto dell'u– mana auività e quindi divcnterehbe anche l.1 8ede di misura del ~rado di libertà. EIVINDBERGGRAV Manand State Muhlcnbcrg Prcss, New York, 1951 D. L. E. 8. er.:1 vescovo luterano, e primate per la Norvegia, duranle l'occupazione na– ;,;ista del suo paese, e questo libro lo ha i;;trillo nel 19•14, mentre era confinato dal J!:Ovcrno di Quislini;. 11 pass.:,re deg1i an– ni, dalla diffusione dandcstina c.1'un capi- 1010 del Jibro ad opera della Resistenza norvegese, fino alla pubblinzionc di que• sia traduzione inglese completa, non ha fauo che rafforzare la critfra StJiétata dello Stato che « a poco a poco ha assunto il carattere disti11tivo della pura forza - /or– Zll sviluppata entro i suoi co11/ìni, e dove f)<>.~sìbile anche oltre d,: essi n. Lo « Stato diabolico >, che « cerca di do– mi11are l'intera vita dei suoi cittadini (ma• E,:arisotto la maschera delle forme demo– cratiche)>> è i1 nemfro di tui l'A. eer('a d'investigare l'intima ~natura - e com'è oggi esso gli appare il risulta10 di uno ~viluppo che dura da qu.111ro 8-ecoli, par• iendo da una condizione d'origine <'he ri– suha bene es1>rcssa da Mad1iavclli, come J)rimo asserlore del principio che << fo Sta• 10 $arPbbe al di là della moralitù >), e sa– rebbe per ciò giustificato nel l< comportar– si come se in se stesso n11es,5P fo sua leg– {f.f! n. Il totalitarismo moderno, SC('Ondo l'A., è la fioritura conclusiva cl"un tale 31\eg:giamento del pensiero, e <( ,,,, 1muro• so giomo del giudizio ci atlende se ... ri– fiutiamo di riconoscere che vi è una tra– nm di continuità da Macltittvelli ai sapien– li legislatori d1e oggi si ispir<ino allo stes• so principio >). Non v'è che un rimedio, secondo l'A.: che c·iaseuna pel'sona riconosca jn sè una fedeltà anteriore alla fedeltà allo Stato. (< I <lirilli naturali, i valori Jomlamentali, i pri11cipi basici, ecc., sort tutt.i eufemismi che usan.o gli uomini. quando non deside– rano chiamare le cose con i loro veri 110- mi ),. Si deve << rico,ioscere che lo Stato non potrà mai diventare cristiario ►>: ma· << 110n è sufficiente s0s1>irare, occorre che un nuovo spirito aiuti a preparare la ·via per un rinnovamento interiore >). · JI luterano, che richiama ad un « cri– s1iat1esimo meno comodo )) 1 vede acuta• mente il male: che è in sostanza la di• spersione della moralità personale, come capaeità di critica e di giudizio non con– formista. Fino a ques10 J>Unto noi siamo d'accordo con Jui: cd il f'Onslalare quc· sia confluenza di analisi partenti da po· sizioni inizia-li tanto diverse t'Ì ra1leg:ra, f'O– me riprova <le11a veritù del noslro pensa– re risoluto e Jlersistente con1ro Oi?ni for– ma di Stato. Non 1>ossia1110J)crò non rilevare che l'A., imr sempre << religato ►) ad una Chie– sa, si arrcsla sulla soglia che J)Cr lui è proibita, anche se non ne lrn .-·oscienza anche se cerca di andar ohre. Eg]i non i'crca, neJla sua analisi, di individuare la parie enorme di responsabilità che hauno nella storia anlira cd in <1uella recente le Chiese, fauesi dappertutto (salvo qualche eccezione, ehe conferma la regola) sosteni– trici dello Staio, fiere nemiche di ogni ri– belle allo Stato. Le Chiese, se clavvero le animasse fa camlida religiosità della i>er– sona che nel nome di Dio acquista co– scienza elci fini e dei poteri (non zoolo• gici) 1>ropri dell'umanità, dovrebbero in certo senso essere rimaste custodi-di-valo– ri, affermatriri di veri1à-non-relativc. Tnve– <'C, esse hanno cominciato a « fare politi– ca )) nel momento stesso in cui le origi• nali lihrre comunità di credenti si sono 18,