Volontà - anno V - n.4 - 1 novembre 1950

per 1·on1t·mlcrsi il privilegio di as• r-oggct111rci - noi avvcrtiumo che la g1 un congerie dei noslri avversuri ha strunwnto permanente di aziom·. che supern i loro dissensi, lo St.110. Nello Stato. quale- esso si configura sloricamenlt·. non giù <1uid al di~o- 1m1 cli uoi secondo le fontasie di certi filosofi. noi ""diamo conftuin· di fatto tulli gli clementi negativi della vita sociale. Vediamo perciò ucllo S1:110 il nemico maggiore del– la libertà. Ed è <111cstonostro attcg– gi11mento che si com1lCndiu dicen– do: vogliamo avviare il costituirsi di una società senza più Stato. Pro– posito che. seppur !<-embra a 1>rima vista utopistico o temerario, è vcrn– menlc molto semplice e realistico. Noi c-rediamo negli uomini. Noi 1,ensiamo: io sono come gli nitri. gli altri sono corue mc. Siamo irrimediabilmente di\•n:--i: ma gli stessi impulsi buoni e cattivi ch'io tro\'O iu me stesso son 1>rcs"n1i an– che nel mio prossimo. Se dunque io ho fiducia in m(• stesso, debbo aver fiduc·ia negli nitri. Cosi noi pensin• mo rhe lttlli gli uomini del nostro tt:mpo, e s'intende sempre uomini f' donne - ·anche quelli che con il delitto o con la proprietìi o con la politica vogliono imporsi sui loro vicini, anche <1uclli che tollerano di viv<'n~ come consumutori di fru– mento (• com(' µ:regge - lulli son capaci di « iudiarsi », lutti hanno dentro la stcssn fìnmmclln sacra dcl– l'umnnit.ì. tulli saranno ca,lnCi di vivere in libertà, solo rhc abbiano modo cli ,·ostruirsi <1ucsta libcrt.ì. Di <'OSlruirln rssi SICSSi. Così fi-i ~iunge al prob! .... mn poli- 206 lico: 1( conu· costruire questa liber– tù? ». Gli altri, i 1,r·e1i i 1mdroni i politici i ·mi)ilari tutti coloro chr vivono atlaccnti ad un <1ualchc ap– purato di autorità che a sua voh.a :-'appoggia allo S1ato, prnsano con– c·ordi come indispensahilc che una minoranzu di ,,cggenti - In quale si id<·ntifica con loro stessi -- usi lo Stato per sorrCJ!gerc e 1-'uidare le moltitudini ncll.1 costruzione dei nuovi lslituti in cui 111 loro libertà awà la snnzione giuridica. Cosi Mucchiavelli e Treitz('hc. Nnpoleonc " Stalin. Robespierre e Lenin, Marx <' lgnnzio di Loyola. Ma l'cs1,erien• z:i storicn prova che non è possi– bile coslruire Libertà per mezzo di Autorità. li fme d'ogni azione umana è for– zuto alla congruenza con i mezzi a– doperali. Lo Stato opera sempn• per la via del predominio e dei pri– vileJ;t:i,crea cd assicurn disuguaglian– ze. In esse si realizzano le (( clnssi ,, inunai.tinale da Marx: e sono il pro– dollo dello Stato. come s"è visto in Russia. dove una nuov11 l!liH· di pu· droni s'è surroi.tnla ai vcn-hi 1nulro• ni proprio attraverso lo S1ato. Solo le lotte imposlnte ~ulla volontà di A11tiS1ato. clH· cc1·ila110 nl sorp;erc· del massimo di asso,·i.izioni :--pontn- 11cc e di accordi liberi lrn di esse. c·osl!'uiseono l't·<1uitù sociale in cui b lil.>ertù di ciascuno di\•iene c·fTet- 1 i, 1 n. e cosi si fa sorp:<'nt" e dife1,.t1 della libcrlà di lutti. Noi ci sforziamo pcrciù innanzi– tutto di ricMtituire in modi libcr. l11ri il no:--tro stesso Mo\'imcnto: in modo che 11011 n<'ce!-siti e· 11011 con– St'nlu il ~orp:cre di Cnpi ,·hc 1·oman– <lino. Poi. cerchiumo di costituire

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