Volontà - anno V - n.4 - 1 novembre 1950

parla1lCÙJdi ugunglinr,u, .~i. dimostnmo coutroprod11ce11ti rispetto nlle i11ten– :.io11i verbali nella proticfl <lei vivere, la solt, che 11er me vole. Con più energia rifiuto, è ouviu, le barbnre idee cli c.l,i J>ensa. e dice ,·he l'i11eg11ngffo11z,1 trn gU uomini è uu dato di fatto, che va accetww come un dato di j(lltO insopprimibile. Ri.fiuto di. ammeltere che sia mmm'o cre– dere giusto che mille ::.oppino c<l 11110pensi ..w11::.ll /llticll, che sia umano 11ccettt1reche lJUe.imille ::.appi110J>ermantenere i11tomo " quell'ww gli nsi del. peu."iero puro: ,mzi, rifiuto quel modo stesso di. pemmre, astratto C(l imrnumo pe,:chè p,.;1;0dei limiti delt'esperieuzfl. Nessuno potrà mai imlur– mi, in {Jllflluuque /or)ue, 11situarmi. o in wu, ,~lite e/i, padroni. p.~e11do-st1g,;i ,-1,e co11umdmw o in 1111a t1rns.w1 di .'iottomessi t1w1wri pseudo-liberi. e/te ub– bidisce. f ~ifiu.tu ,·on tutto mc stesso tutti i discor."i di i11eg1wglicmza, (Jll(lli ~on 1dfo lu,."c dei politici piit $e/detti, per noi soprntutto Marx e Croce, n De Gasperi e Togliatt.i e i tant'nltri in agguato per !1.trnpp(lr loro il poter(>, e frnttanto tutti vii,·0110 """ (·omoda e. ~ist.en ::.a 11 ·"/JeSe cli noi. che fovoriflmn. Riji,ao 1111che, ·"'intende, le candide illusioni di clii pensa: gli uomini .wmo on, l'un sollo e l'flllro M>prn. t'uno violento e l'nltro pocifico, l.'u110 ,11·tista. e l'altro 111111101,"t,le, l'uno curio.so l.'1tltro -"oddi.~fntto, ecc., solo /X!r l'operare flccident<1l.edi c<1usee.~terue. I sogni iclefllisti di chi 11e11s11 che it libero .~vil11p110 11at.11r11lc e -~1xmumeo dell" I.oro tu11,111itci, realiz::.erà t.n, es.~i 1111,t ng11aglia11::.c1 veramente perfet.tl1, a.ppem, si. . ~oppt'i'mww i vi11coli de/or– mnnti identificobili nel nost.ro ambiente sociale d'Ogf,:i. Penso, 1111::.i, che la diversità è w1 coroltcre 11ccC.'iS11rio della, uostrri con– di::.ione di uomini. Diversità essen::.iole trn noi e gli m1imali. Diversit,ì rn– dirnle tm 110111it1i. e donne, tra odult.i e bambini. J)iv,!r-~it.(Ìperenne tr11 ,,ersom, e per.~o,w - che , 1 fo diversità in cui t11tle le t1Ltre si. i11tegr11no. Se 11011 ave."simo questa for::.a propulsiva delle nostre innumeri diversità ( e/te st.abiliscono, direbbe 1111 fisico. tm. grndiente i11di:;truttibile tr11ciascu– ,w di. noi e cit1sctt11 i< oltro ,> con cui entri in rn11port.o) ci ritroveremmo tutt.ora anche uoi nelle condi:.ioni delle societii aritmetiche .-fegl.i animali. delle rigide società cli classi dcli.e /or'miche e cldle 11pi. /ur;ece la 11.ostrnvitn .~ociale è un continuo compet.ere tr<i diver.~i, alimentato ,lrtl collabornre trtt o/fi11i. Tali. due opel'(l:.ioni es.'ie11zil1l.i del.lo 1wstr111wumit<i Mm .;;.cmpre ritrov"bili 11el pro/011do dell" 11m1trn vita /Jersmude e della ,wslra vita .~o– riale, n11che or.a:i, sotto fo cro$tll di illibertà che t.onto spe:s.so/or ::.n le per– .vme singole ad esercil<ire ruoli diversi eia <JtlClliclre loro sarebbero pro– pri.. Bast.erà che la libertà di·vent.i l'atmosfera della viw ( /}Cr t111apt>rSOllfl. pe.r rm µruppo, /Jer uno comunità. per un. i,isieme di comunità) pere/tè il molo proprio cli cfoscwio clive11ti invece chùiro ecl operame: ed olloni lo 1·om1,e!i:.io11': e lt, solidarietà temleramw a intef{rarsi, Tielle competi=ioni J(,8

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