Volontà - anno V - n.2-3 - 1 ottobre 1950

1"imbolc di :n'I<' <' di ordin<'. agis<'e in un modo nCJHtli,•o: es1u·imc nllol'H NI aiuta a n•ncl(•1·c pi6 1111iv1•1·:-al<' il fallo d<'l!n disi11IC,:?rn1.io11i'. Nl"i rinchiusi spnzi df'lln città /(• p<'nf'ri"ilù f•cl i mnli si di!Tondono piÌI rapi– damente. m·llf' piclr(' df'lln 1·it1ù flUCll'li fnlli 1111\isociali div<'ttlano incor• 1•ornti :· non sono i trionfi della vita urbnna che risvegliano l'ira profoli('a di un Geremia di un Savonarola di un Housst•a_tt di un Huskin. Che 1·0811ll'nsfnnna il paJl;Jl;jvo r<·gim,• agl'i<·olo del villagl,!iO nelln at- 1iva ii;ti1uzio11" clcllu citt:'1 '? La di!Tcrcnzu non è soltanto di g1·:rndczza. o di dcmi1ù di popolazion('. o di risorse CC'0nomit•h(', Anzi l'{tµ:~nt(' :1tth•o è <rualsia~i fa11ore dw ,dlarghi l'uren d"i rnpporti lo('ali. che µ:encri bi– sogni di (•oopcrazione e cli C'omhinazionc. di comunic·azione " di <:omu– niorw. e t'osi c-onlribuisce a <-r<"arc un tipo •·omune di condolln f'd un connmc• S?T11Jq10 di strutture fisiche per i di!Tercnli l,!nippi fmuiidiari NI nc•(•11!1azio1111li eh" costitui~<·ono la citt,ì. Quesh' 01•porhmi1~1 <'d nllivilù iò'0vrnppon~ono ai ,:::rup11iprimari. basati sopra J'ncce11nziorw tnidizinnale f'd i c-ontnlli dirt·lli di o~ni giorno, le associazioni f)i1ì nttiv<'. le funzioni pi,ì i;p('cializzalc f' gli interessi 1)iù coscienti di J!rt11►pi secondari. ln qu<'– sti ultimi lo scopo non è cinto ma è scelto. l'appartenenza al J!l'llpf10 e le nlli\'itù in esso son pure scche, in modo r-hf' il ~rup1•0 divicnf' spc• cializzato e clifTerenziato. Un tuie mutamento puù essere stato aiulnto. $IOri,·anw11tc-. dnll'a11- men10 di popolazione attraverso il passaggio dalla nu·•·iu all'u,t:rirnhnrH. Hanno C('l'to niutato analoj!amcn1e l'ampliarsi delle rotte· co111mf'r<'ìali. il diversificarsi delle oceupnzioui. Ma la natura della città non "i 1rov11 semplicemente nclln sua base economica: In citt:ì è, prima di tulto un emcrj!_'.enle sociale. La carntlcristica della cillà sta nella eomplessit:ì so– (·iaf(' f'hc <'$Sa n1•plica nd una molteplicità di scopi. Essa rn1,1•rcsenta In ma"sima possibilità di umanizzare, l'ambiente natmnl<' f' di nnturnlizznre l"<'rcditù mnnnn. E' essa che dà una forma culturale al primo cd cslcr• nalizza in forme collettive 1wrmanenli la seconda. ,, TI fn110 <'enlralc e pii'1 significuti\'O della città-· come Ccdd"'s e Rrnnford h.-nmo rilevato - è che re In citlà funziona come l'oqnmo !'Il<'· <'ializzalo drlla trasmissione sociale. Essa acf'umula <'d incorpora l'crcclità di unn n~irione e In combina in qualche misnrn e specie con l'erediti, (·ulturali più vaste, nazionale. razziale. religiosa. umana. Da un lato è J'inclividualit:ì della cill:ì. tastiera e rappresf'nlazione della ~un vita n•– :?:ionalc. Oall'altrn 1,arte sono i segni della civih:'t in ,-ui 0_!!ni sin,c:ola ('ittù è un clf'm<"nlo costitulivo >l. O~gi il nostro mondo affronta una cr·isi, unn crisi che, se le conse– gucuz(' ne $l.lrnn110così grnvi come ora appaiono, non 1,otrì1 essere rh:olta piennment(' per un nitro secolo. Se le .forze distruttive contenute m-:lln civilizzazione riusciranno a prevalere la nostra cultura urbana sarà col– pila in Oj!:ni sua pal'le. Le no"lre cittù. distnttte ed abbandonate. sa• ):i6

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