Volontà - anno V - n.2-3 - 1 ottobre 1950

rose e varie sono le decisioni che c~si son chiomati a prendere. Non è possibile evadere il 1nmto cruciale, d1e stu nel ,,roblenrn di prendere decisioni. Ed nllora: chi deciderà, o come voi deciderete. 1· che cosa l!-.:rù deciso, e quando, e dove~ e co– me. ccc. ? E' richiesto, ovviamcnlc, un mo– dus operandi che consenta di arri– ,,are olle decisioni necessarie. E quando tali cle<'isioni si siano in tal modo prese. si riliene nllorn che f's.,~ rap1>resentino la decisione del ~ru1,po nel suo insieme. nllu <1ualc tutti gli associati è ritenuto si con– formino. Perchè ? Pcrchè la coo• perazioue, se vuol essere effettiva e non ostacolare i I suo i;;tesso scopo, l'ichiede In coordinazione dell'atti– vilà delle persone in essa associate. t. secondo un piano consistente. La vin più facile e più semplice per risolvere uu tale problema è _: o pare - <1uella di mf'ltcr<' quul– che persona compelcnt(' alln testa, di Carne un padrone o un re. poichè è ben ovvio che un singolo indivi– duo difficilmente può essere in prn– tica inconsiillente con se stesso, e ,1uindi egli può al meglio formulur(' t· dirigere un piano che non sia in conflitto con lui stesso, c1uahmquc esso sin. Ma l'es1>crienz11 lrn mo• ~trnto che unu tale delcj!uzione di 1•otcre, per cui una persona si ri– conosce come l'iniziatore e l'urbilro finale di tutte le decisioni. si è S('nt• pre accompngnnta con J'nbuso, con lo slrullnmento, con la 1irannia, e coo le forme di corruzione comuni n tutti i governi. (E qui, be.nd1è non riguardi il ragionamento che io sto s,•iluppando ora. osservo trn i,aren- 146 li-si che l'originc- e lo SCOflOdei go \'Crni è assai diversa, cd in fatti proprio il contrnrio, di ciò che vie– ne generalmente ritenuto.) Son na– ti così i molteplici tentativi di limi ture il potere al!!nluto con vnri espe dienti: senza però che ueesuno di 1nli es1>edicnti venisse mai II nega re il principio iStesso dell'a\'cre un potere as.o;oluto . .-:ioè una istituzionr quale è lo Stato. armato con la \'iO• IN1za per impol're le sue decisioni. anche <1trnmlo tali decisioni si dici vengano prl'sc (1democrnticamente". Per giunJterc :ti problema di cui intendo rn,:ionurc. è Of)11O1·tu11O ac– c-cnnnl'e ul('uni dei principali futtori che debbono venire considC'rnti in ogni pianificazione delle uttivitù umane. Il primo fattore è certamente la individualità - le divnsiltì di O!)i• nione di gusti di bisogni di t1csideri ccc. per cui l'imlivi<luulitù in se slcssn costituisce la ragione d'essere l'ogni problema sociale. Infatti. lucldove v"è l'accordo totale uon sor– ,;1~ 1wss1m problema socinle ()a– ,wi11n<loa parte i 1wohl<'mi tecnolo– µ:i(·i). I problemi so<'inli esistono solo in quunto csislono differenze cir('n i modi ed i mezzi cii i fini. L "ingrediente !)ili prossimo è poi fegoismo. il folto !>Utente che riu– scun individuo si occupa soprututto del Jo;\IO benessere, che l'interesse di s-) la con~ervuzione di i;;(\ sono In preoccupazione primaria di pratica– nu•ntc lutti gli organismi \'ivcnti, e ,·hc ognw1O di tali organismi scgu<' 111 strnda di minima. resistenza un• dundo verso il suo fine ~CC'Ondo le sue proprie luci (per quanto ciò fnc·-

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