Volontà - anno V - n.1 - 1 agosto 1950

ditate, bensì accoglimcnlo critico, dopo e!'Scrsi accerlati che ciò che si accoglie non sia responsabile, di •1uclle consep.1CJ1ze che si \'Orreb– lx·ro comba1 tcre. Qucs10 lavoro C"rilico prelimiuar,· 11011 mi i-eruhrn &ia s1u10 finora S\'Ol– l't sufficicnlcmcnte: nnzi, nei pro– grammi di cui si è pnrlato in occa– sione <lei pro~etto di ri, 1 ista. e in J?.Cncre in tulle le convCrsazioni che facciamo, tro,,pe prcn.1esse tradizio– nali sono inizialmcnlf' accettate a occhi chiusi. Così. i risuhati sono ~i:i in pnrte prestabiliti e i ,,roble– mi pili attuali e 1•ill interessanti sono tagliati fuori in partenza. La a('('C'llàzione di Ire o c1unttro formu– lette" hcl,!:elinno-nrnnd::tc è piena– mf'nlf' .:ufficif.:nte per finire costretti 11 1·icono:.ccre clic la sola cosa dn fol'C. ,,cr essere coerenti, è oggi in– nc~ginre ali' Armata Rossa. Per incominciare proporrei <li compiPrc !,:Ì!'lcnrnticamcnte il seguente eserci– zio: pro\'arc a pensare il contrnrio di tulle quelle idee, sulla politica e sulla storia. che ci sembrano più fondamentali e indii<enlibili. Si \'C• drcbbe forse ('hc proprio così si in– eomincin tnlvoltn a sentire un soffio cli nrin nuovn. ben piì1 frese-a ili quella consnetn e piiì carica di pro– m"~~. Ma è ora rli ,·enirc a qualche escmJ)iO particolare. I. Critica del cÒncetto di storia Cmf'ientcmenle o no. crcrlo d1(" Oj.!j.!i siamo tutti abi1uati a pensare la 11 Storia >) come un Anire di cven– li H'Olj!Cntisi l'uuo dall'ahro: <1ucl– h f'hf' l'hiamerf'i 11 l' imma~ine della catena ». E' l'unico modo pos– sibile di pensare ? E' il più fecondo .ii fini dell'azione ? Dalle consc– lP·1euze che se ne trn~gono sembra di no. Jlisogucrebbc cercare imma• J!,Ìni meno vincolanti (e pila 11v"rc,)): una Slorin che 1>roccda a sbnlzi, in direzioni mutevoli e <·on velocità variabili, anzi uua sloria da inco– minciare nd ogni nuova decisione. Corollari: l. Secondo Pirmnal!ine della c1:tcna non 1mò arrivare l"auello 1·,·ntt•simo se 1•rima 11011 siano pas– sali i novantnoo\'C pr('cedcnti. Quin– di ecrli ,,rol!ranuni pos...~no ('S'5'Cre 1li<·hi:1rnti ,, ~iusti::;simi in l"oria. mr, p('r or:1 pn•11rnh1ri: e inlnoto ... )). lm·t•f'c biso~ncrcbbe sempre pun– larf• al massimo desidnabilc (è– qucsta possibilit:ì di drsidernre che è ,·omlizionala sloricarncntc) " in– !,:ÌflCre nello rlorzo di alluar1o. li ,·c·i:-to non intcre!-.,;;n. 2. Ciù f'hf' è cle,;idPrahil" è nn– d1f' po:-.:ihil•'. 11 possihilr divenlf' J"('llll' :lllrn,·f'rl!O una H'IHPl"f' f)iù ,·c,mul('la clcfinizio11e P ntti·a,•f'rso il rip(•l(-r~i dt•i tentativi: so110 quei-li f'hf' In in1rn1h1('n110 11,·lla storin. non la " S1oria )1 c·h•• clN·id(' •·osa i-in ,,m.-:ibilf'. 3. li pro~rcs.o;o non è una lf'!!gC !'lorira. rnn un compilo dn realiz– :wl'si: la ~loria può anC'hc re~rf'dire. 4. La nrg:azion(" della ('Onli– nuitii i:lnril'a. cioè l'a11e1m a1,ocn- 1i1ti('a df'I 11 R"l!IIO (li Dio)) immi– •H·ntf•. (· In prrrncS-'f' di nl!:ni nzione imnol'lanle. Il. Critica del concetto di "lotta di classe .. Siamo nbituati alla contrapposi- 5

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