Volontà - anno V - n.1 - 1 agosto 1950

e, razionale», ha ancl1e 1,er questo una risposta cert:1, Orientatevi tulli ::t'c.·ondo ciò che vi dico io, perchè ciò ch'io 1>ensoe vi dico è la verità. Tutto diventa semplice. Tra le in6- ni1e rumificnzioni (d'idee di espe– rienze di volontà di dubbi d'ipotesi) derivale dall'immissione del pro– b!f'ma tra uomini vivi, basla infatti eCel,(licre d'acceltare senza discute– r...• oltre ww. soluzione. Cioè rinun– ciare all'esame di tulle le altre, supporre che tutte le ahre siano enatf': cioè 11religare » il i►ro1lrio s1,irito ad un insieme di concetti d1c f)Cr la sua stessa costruzione dt'vc essere lar~amente ipotetico e fontaslico. Allora par vero nou esi– st:1110più nè ,,roblcmi nè difficoltà. E' ciò che fanno i bi~0tti di Dio quando alla realtà disordinata. caotica, del mondo in atto _ alla quale non riei-eono a rel?gere - sovrappOUl-(O11O i I ,f.!:rnn ,;i ,,ari o fantastico dell'idea di Oio. crcalore d"I tulio. e rc~ola1or<' del tutto se– condo <'ritcri suoi ,·hc !'ful-(~ono 1,er dcfmizione nl nostro ~inclizio per– sonale. Tutto va a posto. pare. In re-uhi. si rinunzi.i anche 111 tenta– tivo di giungere nd tma visione di insiemr deJJn realtà, ci si rifn,z:in oc·lle immaginazioni astraile. Ciò fanno anche i bi~otti della &ienza, - che sono io genere tra i dilettanti ed orecchianti di scien– za - i ·ounli cavano dalle lor let– ture facili castelletti di idee lo,z:i– che. suppongono che essi « SJ>ie– ~hino » tullo: mentre il ,•ero 11Cien– ziato, che suda neJJa ricerca e si srnte da ogni lato as.,;alito da mol– titudini di fatti dai mille visi, non 44 si chiude la strada con nessuna ipo– tesi definitiva. E ciò fanno anche <1uanti, per !1ornare sul terreno dei g>roblemi mornli e sociali che interessano In nostra condotta quotidiana, coloro ,·hc a tavolino immaginano belle ccuuove forme sociali » su1>1>oste definitive, oppure i tipi (( unici e migliori di tutti » d'istituii o. di apparati in <'lii l'eterna ansia umana t1overebbc alfine In sua pace. Fan• IU!>ie. Va ripetuto: bisogna credere for– t<·mcnte in ciò che a me par giusto, e&porlo al mio 1>rossimo. saggiarlo in competizione con ciò che par t!iul:lo agli 3hri. Ma anche biso~na l<'ucr sempre ben presente clic la ,,erità non la possel?gO intern nè io nè altri. che un granello di vcritìi è nel Jl('n,i;iero di tutti <11ianti in buona kde cercano di coslrnirsi una nnnonia iuteriorc- e sociale per la loro vila - e Quindi non solo in m<' ma anche nel mio avversario. in lulli. La v<'riti1. maiuscolll " totale. · è distribuita trn noi tutti. Nessuno uc ha il privilCl?ÌO. Da cui deriva che i1 disordine cs1>osto. In ric1da d'ipotesi, di tesi. di antitesi, di sintesi tutte uitunlmcnte ,·ere anche se contradditorie - è unn necessità intrinseca del pensie– ro umano. E' per quesln moltepli. cità. per i1 1>erpe1uo contrasto che P'f'nera, uer 1a tensione senza treJ!Ua rhe mantiene nf'lle nostre vite. cl1e noi uomini non abbiamo una viln individuale e sociale cosl « ordi- 1rntn - come quella de11c nni o deJle formiche. Le quali, api e formiche, ci offrono la rappresentazione viva

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