Volontà - anno V - n.1 - 1 agosto 1950

Residui o élites ? Credo che sia <1ui u1ile studiare l"esempio russo. Migli11iu e poi milioni di << russi bia11d1i )1 sono fuggiti all'estero piuttosto che accetli,r~ le umilianti 1·011dizioni dei socittlisti-rivohnio– nari 1•rima, dei masgimalisli poi ed infine dei bolscevichi. E quest'eso– do avrebbe preso, sotto S1alin, le prn1>orzioni di un fl:1gello nazio– r,ulc, i;c la Ghepcu non avesse driz– ;,;ato davanti ad esso feroci barriere. Si può suppone. certi di non sba– gliarsi, che nonoslaulc le incertez– ze, le miserie e I(\ nos1nl~ic dello esilio, uua bttoua parte delle classi ~o~gcllc ed anche di <1uelle domi- 1umti nell'U.R.S.S. 1( sceglierebbe I., libertà ,1 se essa 11vcs.sc s oltanto. come 111 tempo degli Zar, un'occa– sione, sia pure aleatoria e pcrico. losn, di !)tlrtenzn, di luj?a verso lo Pi=iJio. Ep1mre, che cos'è l'e!!-ilio ? Per dcJ!:li oppositori sradicnti, è In ne• ct'SSità di lavorare m:umalmeute, in un ambiente ostile, a dei eom1•iti ingrati s1•esso servili, ed in fin dei conti con ben meno probnbilità di riuscita che nei paesi ~ di oriJ?;:ine. Mn. nello stesso tempo. è l'nffer– mnziooe della fedchà a se stesso. il rifiuto di inchinarsi dnvnnti ;ul Ullll forza I.UUJ?;:p:iorc. ,, COlllCtlUIO .~piritmile di. questa pr.nite11za V(). lbntaria fa. che la si accetti cli. buon umore. Di <1uesto buon umore, di <rucsta J!:ioiosa possibilità di udatta• mento, l'f'miJ?;:rnzione russa, ha dato delle prove clw hanno stupilo il mondo intero. Si è tanto più im• pressionati dell'inferioritì1 del livel• In tecnico, della cultura artislica, e del dinamismo vi1;1le del lavorn• tore rnsso sottoposto alla legge bu• rocratica dei Soviet, <1uanto 1>iÌI si constala la superioritii dell'emi• grnlo russo ancl1c vecchio, che si è ge11a1O nell'esilio con la neccssit,ì della solidarictù per potf'r soprav• ,·iv<-rc. Si potrebbe credere eh" luni i " rnssi bi:rnclti » fossero dt'i musi– t:is1i, dei damr.atori, degli 11rlisti di lf'atr·o, degli autisti, dei met·<·anici, elci fotografi, elci poeti e elci filo– sofi. Erano essi 11.1.1:1 élite, 1n11·tendo ? Sono divcntuli èlite nelle condi• zioni stesse della loro nuovn csi• i;:teònzn ·? In ogni modo i ribelli a qualsiasi lcp:gc coslituiSt:ono uua flitc in f)Otenza. E allora, ci si chiede, perchè non snrcbbc possibile ad unn rivoluzione sociale clegm, rii queSlo nome di a1)rire sul posto - e senza costrin• J!ere nessuno all'esilio - mm <1ual– chc s1rnda per il lavoro utile degli Il CX))? Le responsabilità E' usuale res1)ingcre in anlicipo ll<'J?lianf!oli morti della storia, con il nome di '< residui del passato re• µime •i ( perchè si ritengono inn• datti ud una sun.1 utlività che po• tn:bbc invece essere. una vera sal– vezza) tutti i " parassiti sociali >) di cui il sistema auloritario orga• nizzn l'inutilità o la malvagità. Mn è tanto assurdo rigellare nei rnnc:hi dei paria il magistralo, l'ec– clesiastico o il militare, quanto met• lerci il costruttore di prilitioni, l'operaio che fabbrica OJ!::p;Clli reJi. J;!iosi. il funzionario sindacale o il 29

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