Volontà - anno V - n.1 - 1 agosto 1950

lineatori d'ordini perfetti da cui è <·~eluso ogni dubbio, i Politici che elaborano l'Jdeologia ottima per il gruppo sociale di cui s'alimentano, i Proprielnri che sanno !"uso più saggio delle cose, i Padroni che unici conoscono le vie del lavoro pili cffìcien1e; e con loro, in un g1·0,•iglio di genitori e di figli in cui nessuna sepnrnzione è possibile. IP Chie8C. le Scuole, i Parlili. ora nu– che i Sindacali ed i Trusls. Perchè tutta ciuesla gente e que– ~iì app11rali ai lor ordini possnno csist<'1·c come esistono - cioè sem– pre in hande di bri~nnti al comal)(lO d'un ;rnnµ:slcr: e pcrchè essi possano aS!,:ireC'omc agiscono - è tutto l'in– s:iemc della società che clctre ammel• terio. L'insieme pur contrnddilorio della socicll, così com'è. Quindi: • 1< Su110 » sig11ificll, propriamente. l'insieme antisociale lie;di uomini e degli npparnti per ft:ione <IPitputli Ju soriet(Ì è ('0,<iilrCll(t nd C$SCrC così com'è. Le sue enormi frallure. le sne enormi inc<rnilà. la sua illihcr– tà diffusa. lutto ciò e.oniro cui noi c'i balliamo. lnllo deriva dal para– do~ale predominio di µ:ruppi mini– mi Sf>CSSO composti d'inclivillni de– teriori. sulle moltitudini lnboriosr elu- in sè conten~ouo In realtì, ope• rnnle d("lln umanità. ln altri t("rmini, più concreli: lo Staio è tutta l'impnlcnturn che so– s1icne In societì1 così com'è. così re- 1wllcnlc nl ~n.so comune che inva– no ccrra di forzarne i lcp-ami. Cio(· · lo Staio risiede ncµ:li uomini (che passano e si rinuovano) e negli isti– tuti cd n1,para1i (che restano in so• stanza anche attraverso i lor mnta- menti) che assicurano la con.rerva– zionc :oocinle. Uastc1·c1ìbe, 1>nre, una tale prima conclusione per giuslifìcnre l'istanza annrchicn, la ribellione conti-o ogni ol'<line costituito o costituendo, l'af– fcnuazione dell'indisciplina creati– va come via necessaria d'umauilà. Ma è utile appl'O!ondire l'esame. li 1)roblemn dello Stnlo si sposla co~ì su un terreno 1,iù concreto, dov·csso diviene nwµ:lio nito ad orientare In nostra azione quoli• diana. Oivcn1a: come avviene che In so– ciet:ì c:in così slnticn e chiusa da 1>1·O11111overc tutelare così (·ostantc– t11("11le l'incc1uità e l'illiber1:·1? La socic1ì1 lu vediamo atlorno a noi :u-ticolarsi. Per noi le élitcs c11'~ c'OllHmduno son uomini reali. di cu.i ,1hhiarno nozione dil'Cllu: e saJlpin- 1110 l'csiguilù dei lor A'ruppi. la menzogna la forhcria piì1 che la for•• z., r,•alc rc~oll' del loro µ:ioco, cd il medio tò;pirilo rapa<·t• che li anima. e quanto rari "i sinno gli uomini C<'· 1·<'!1"11li.Così le molti1mli11i forzate .id uhbidirl,~: immeu~,·- c•hc nlimen– lann c·on i loro affetti (' col loro la– \'O1'O. la 1.rosecuzione del ,·nrnmino l•mano ed a~ai piì1 fre<1ucnti di •1un111O s'immagini vi sono µ:li ("roi. i ,·ampioni. oscuri f' perciò ancor 1,iù µ-rnmli. 1 ;1so<·ialità umana noi la avvertia– mo in allo ai maq!ini di questa so– "ietù. ('Oniro questa sociel:Ì. all'in-. terno d("lla quale tutto è deformato 1la!l'Au1ori1it. Un <'OJlladino mio· amico l'ho visto seJ}arnrsi fisicamen- 1("dalla soci("lil del suo 1>aese11Odi mnnlu~1•a. c'Os:tituirsi una succie tli primitiva nutarchin fnmilinr(". p(>r

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