Volontà - anno IV - n.10 - 15 aprile 1950

non maueauo; primo: la pO\'Crtà, che obbliga i licci u runzio1111rc in locali insul1ìcicnti (costrniti in ~c- 11ere per ser\'ire tlu domicili pi-iva– ti). <:onclassi num<'rose e St:.':ir.;;o ma– tt-1 iale didattico; secondo: livello i111clle11unlc medio deci-csccnte col– lo stesso ritmo dell'aumento nume– rico degli studenti; terzo: caruttere enciclopedico e quindi superficiale dei programmi di studio. prezzo che non è indispensabile pagare per lo spirito univers11listu che li :mima: quarto: la credenza diffusa 1·he l"in– se;namcnto i;;cco11dario incammini a qualcosa che non sia il lavoro 111.1- mudc e <111indi. una volta fillito il ciclo, la cac<'ia 11ll'i1111,ie~opuhhli– c·o. che si traduce normalmcnt<'. 1·0- me in qualunqu<' 1mcse del mondo. iu cor·ruziom· cle11ornl<' c. infine. in un aumc1110 d<'ll11 hurocrn:.da i-la– lalc. La listu dep;li inronvcnicnti po– trebbe probabilmenlc contimrnrc. mn il ,·im<'dio che per es!'i propo– uiamo non è molto dissimile da quello gencr:ilc cli cara1tcrc• ri,olu~ zionnrio ('he poi rebbe risol"cre da per lutto il problema della fit•uoln m<'c1in, almeno nella misura in cui prohlemi (li c1ucsto µ:cnt're possono essere veramente risolti. E soprntut– to non consiste (come alcuni ''0r– rebbcro) nelln nbolizione, ma nclln ncecntuazionc delle earnttcrislich<' difTe,·cnziali descritte. Invece l'enu– merazione degli aspetti positivi d<'l– l'e!<1>crien1.auruguayana JHIÒ essere utile, p<'rchè tende a 1u·ovare che l'insef,?:nnmento medio (e nnche su– pniore, ma <1ues10 richicclcrehhe µ-ià altro discorso) gratuito, autono– mo ed esteso potenzialmente a tutti è pos.;iihilt• e vantnj!gioso fin da òrn. Sal'ebbe interessante a questo f)l'O– posi10 riunire informazioni su csp<'– ri<'nze analoghe in altri paesi. p<'1· f""l'mpio su (Jllclla che s'inizia ora in J11µ:h1hNni. L "impo1·tunlc è non perdere In nozione elci limili d1e il progres.~o 11cl campo cdut·alivo non può oltr('– passar(. finchè ci siano sfruttatori t· :-frulla I i, oppressori cd 01,,)rcssi. Tu11i i 1u-ofossori di scuola media 11<'lrUruj!uay 1:onoscono il cnso, di– sgrnzia1,1mcntc troppo frequenti'". del rngazzo 1,allido e poco i,viluppa– to fisicam('11fr. le cui u sra,·s(' at1i- 1udi11i)) (regis1rn1c u11animemc111C' m•llc ,·cluzioni prc1n1ratoric delle riunioni trimcstruli di profossori) dt-riv11110 in l'Calt:ì da cattiva ulimf'II· luzionc o d11 uvitaminosi - e le cui e, basi insufficr-111i )1 provcnp:0110 dnl– l"a!St'nzu cli libt·i e cli curiosità rul- 111rali nella <·nsa patNn11. le diSUl,!.Ua~lianze SO('iali non si riOellono in <·ambio ('011 ultreltan1a cvidcnzn in un ~innni;io italiano, nl• mcnv in pc1·iodi nornrnli. La <liffc– n·nzn non sia lanto nel folto che ncll"Urniruay le sc<·ondaric siano ,e per lutti )1 (il che è vero nelle in– l<'nzioni 111a 11011 nella rcaltìi). quun- 10 11(•1 follo che l'affcrmazion<' del <'arnllcre classista della scuola mf•– clia 1111 ,,cr l'Italia un valore assolu– to. pl·r l'Uruguay un valorr r<'lnlivo (cli percentuale). La strullura stcs– rn di qucsla nmbif,?:ml <( classe mc– di:1 )1 in Europa (' in Amci-icn è ab– bastunza diversa. Sr 11011 sr- ne tie– ne l.'01110. tulle le deduzioni san111- no shaglintc. Qui essa costituisce una massa nuo\'a e vai-iahile. con una mcntali1ù ancora in processo di fornrnì'ionc. Lo slacco tra l'operaio e l'impre~ario. trn il bracciante 613

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